21/09/2019 18:20
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Sulle spalle porta il numero 99, come a dire “ho soltanto venti anni”. Justin Kluivert un’estate fa è stato acquistato dalla Roma in anticipo, perché se bussi alla porta dell'Ajax e ti chiami Barcellona o Juventus, puoi comprare De Jong e De Ligt dopo una stagione coi fiocchi, spendendo 75 milioni di euro per il cartellino e una dozzina l'anno per pagargli l’ingaggio. Se hai un budget limitato, ma fiuti nell’aria il talento di un ragazzino avvezzo al calcio, metti in conto un margine di rischio perché compri chi ancora è in via di formazione, ma spendi molto meno, per quanto ti servano una quindicina di milioni di euro per il cartellino e un paio l’anno per lo stipendio. Fosse rimasto ad Amsterdam per un’altra stagione, Kluivert avrebbe partecipato alla cavalcata in Champions League della squadra di ten Hag, e probabilmente, anche se non c’è la controprova, questa estate sarebbe costato il doppio. Non risultando più alla portata della Roma.
Prima stagione da apprendista, nei dieci mesi disastrosi dei giallorossi non poteva essere lo sbarbato figlio d’arte a trascinare i compagni. Qualche lampo, tante scelte sbagliate, troppo amore per il pallone tra i piedi: l’olandese non ha convinto appieno. Non ha rubato l’occhio come il pari età Zaniolo. Poi la fretta. Di bollarlo come uno dei tanti errori di Monchi. Flop. Unico scarso del Super Ajax. Pagato uno sproposito. Questione di etichette. Fretta di archiviarlo nel cassetto delle bufale. Poi arriva Fonseca, per scelta e contingenze lo manda in campo sempre, dal primo minuto. Bene e malino col Genoa, generoso nel derby, ha convinto col Sassuolo, è piaciuto in Europa League. Fiducia, parziali risposte, due gol. Come i due gol che nel 2018-19 aveva segnato in tutta la stagione.
Classe 99, come il numero di maglia. Classe di oro zecchino. I fratelli maggiori dei millennials si chiamano Zaniolo, Joao Felix, Donnarumma, De Ligt, Havertz, Dalot, Zagadou. E Kluivert. Che oltre a preoccuparsi dei problemi legati alla crescita, all’apprendimento della tattica, alla maturazione, all’acquisizione di esperienza, deve battere lo scetticismo figlio anche del pregiudizio. Unica ala, in attesa del ritorno di Under, a disposizione di Fonseca. Il grande Wenger ha sempre affermato che un giovane, soprattutto se straniero, va giudicato dopo due anni. Il primo è di palestra. Si abbuona. Il secondo si valuta. E si tirano le somme. Just do it, Justin. Fallo e basta. Come da storico inimitabile slogan Nike. Fai i gol, gli assist, le fughe a campo aperto, i passaggi ai compagni, i rientri difensivi. Per strappare etichette e aiutare la Roma.
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