30/05/2021 18:24
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Dzeko. E poi Dzeko, Dzeko, e infine Dzeko. Oltre a Borja Mayoral. La corsia centrale dell'attacco della Roma della prossima stagione dipende dal centravanti bosniaco. E non potrebbe essere altrimenti. Dzeko è uno degli attaccanti più forti della storia della Roma, non potrà mai essere una pratica da liquidare in quattro e quattr'otto. Non è questione di dibattito di piazza. È questione di confronto fra numeri uno. Fra numeri uno speciali. Fra big. Da una parte lui, dall'altra Mourinho. I numeri uno si riconoscono, si fiutano nell'aria, parlano la stessa lingua. Al di là del fatto che possano piacersi o meno. Di sicuro Mourinho e Dzeko si stimano. Poi però le valutazioni sono d'obbligo. Dzeko ha un altro anno di contratto, se restasse non è ipotesi peregrina che debba discutere col club l'estensione per un altro anno, magari a cifre inferiori rispetto all'attuale stipendio. Un professionista deve anche tutelare il suo futuro, sarebbe anomalo se Dzeko iniziasse la stagione nella Roma col contratto in scadenza dieci mesi dopo. Le voci sul trasferimento ai Galaxy si sono spente nel giro di poche ore, non può più esserci la fila per il suo cartellino, considerando la carta di identità e i sette milioni e mezzo di stipendio. Tanti se e tante considerazioni, ma il nodo si scioglie grazie ai contatti a tre, ma soprattutto a due, fra l'attaccante, l'allenatore, e la società. Che a seconda del colore della fumata interverrà, per negoziare il nuovo accordo, o eventualmente per dare il via alle contrattazioni per il sostituto. Due scenari. Se Dzeko resta, e con lui Borja Mayoral, rinnovando il prestito col Real Madrid, la Roma avrà comunque un altro numero nove. Le voci su Belotti viaggiano nel solco della continuità. Contratto in scadenza nel 2022, nessuna ultima su trattative col Torino interrotte da tempo. C'è da fare i conti con Cairo, mai disposto a concedere sconti sui cartellini, anche quelli dei tesserati che rischia di perdere a zero euro pochi mesi dopo. Dzeko, Borja Mayoral più Belotti: nonostante in queste settimane la fantasia (manco troppa) al potere abbia abbinato alla Roma Kane e Cristiano Ronaldo, sarebbe un attacco completo, finalmente composto da tre punte centrali, seppur con caratteristiche diverse fra loro. Se Dzeko saluta, la Roma potrà mettere sul piatto i soldi che non verserebbe al bosniaco. Andando su una punta di prestigio, per praticare quel calcio sostenibile tante volte nominato, ma a misura di Mourinho. Tornerebbe utile, per esempio, un calciatore alla Icardi, che ha già terminato la luna di miele con il PSG, che due anni fa lo pagò 54 milioni di euro. Oggi ne vale una quindicina in meno, si può trattare il prestito oneroso, l'ingaggio non sarebbe troppo distante da quello di Dzeko. Questo tipo di operazioni, che fino a un mese fa parevano impossibili per la Roma, oggi vengono viste senza pregiudizi. Poi c'è la batteria delle mezze punte, dei trequartisti e delle ali. L'unico sul piede di partenza, per un prestito, è Carles Perez, stra chiuso. Sono ore di attesa per il tacito sì di Mkhitaryan, rimarranno Pellegrini ed El Shaarawy, non dovrebbero esserci sorprese per Pedro, ma soprattutto torna a disposizione Zaniolo, la vera stella della Roma. Non disferanno le valigie Kluivert e Under, i cui prestiti al Lipsia e al Leicester sono stati più un buco nell'acqua che un'occasione di rilancio.
In the box - @augustociardi75