05/05/2021 16:27
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Non ci eravamo fissati sul sogno, avevamo cercato di raccontare l'opportunità che si stava presentando e che la Roma ha saputo cogliere al volo mettendo a segno un colpo gigantesco. Anche attraverso questa rubrica, su questo sito, vi abbiamo ammorbato per due settimane perché c'era un grande allenatore, Mourinho, che voleva urlare al mondo intero di non essere più l'irraggiungibile, di volersi sentire parte integrante di un progetto per il quale fosse indispensabile e del quale essere il fautore, col supporto di un club che doveva per lui correre un rischio d'impresa, calcolato, studiato nei dettagli. Ecco perché Mourinho alla Roma, da quando ne parlavamo, da due settimane, non era un sogno bagnato di mezza primavera, ma la grande opportunità da cogliere col rischio d'impresa (ultima volta che viene nominato, il rischio d'impresa, stop).
La Roma doveva uscire dall'oscurantismo in cui si era calata, aveva bisogno di far parlare di sé, di avere chi la rappresentasse in ogni sede istituzionale e mediatica, di chi la portasse finalmente al centro del mondo, sulle prime pagine dei quotidiani, su tutte le home page e nei sommari dei telegiornali in prime time. La Roma aveva bisogno di Mourinho, e Mourinho aveva bisogno di un progetto, meglio se a Roma. Perché uno come lui può permettersi di dire no al Celtic perché la Scottish League non è stimolante come la Serie A, dove troverà Conte e probabilmente Allegri e Spalletti, vecchio nemico ai tempi dell'Inter. Perché la Turchia non vale calcisticamente l'Italia. Perché la Roma è il club che in poco tempo lo ha convinto con gli argomenti giusti. All'orizzonte, per molti ma non per tutti, c'era soltanto Sarri, grande allenatore, lo dice il suo curriculum. Ma vuoi mettere? Mourinho va oltre la panchina. Mourinho, lo scrivevamo, ma non dimentichiamolo mai, è il testimonial dell'American Express che sotto il sole apriva l'ombrello fra i passanti sbigottiti cinque secondi prima che iniziasse a piovere. Mourinho è avanti.
Come avanti è da ieri la Roma che con un colpo di spugna ha mediaticamente azzerato la cronaca e i risultati delle partite in programma, il gossip e i litigi politici. Questo è Jose Mourinho. Che offre la chance a tutti, finalmente, da ieri, di ragionare senza preconcetti. Perché se molti fino a ieri pensavano che Mourinho fosse irraggiungibile, da ieri molti potranno finalmente pensare che tra Lewandowski e Pavoletti esistono gli Icardi, che fra gli Alisson e i Silvestri ci sono gli Szczesny, e che fra i Kante e i Mandragora ci sono i Ruben Neves e i van de Beek. L'elasticità mentale di Mourinho, può essere la via, da seguire. La grande novità nel pensare la Roma. La Roma di Mourinho.
In the box - @augustociardi