23/07/2021 16:47
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Tutto deve cambiare, affinché tutto cambi. La Roma è nel pieno della rivoluzione mourinhana che, si è capito, non si basa su acquisti multimilionari alla Kane, ma sui concetti che prima ancora delle campagne acquisti hanno permesso all'allenatore di diventare un vincente forgiando squadre vincenti. Il gruppo a disposizione ha subito capito che i ponti col passato erano stati bruciati, l'impatto è stato sicuramente positivo. Ma all'impatto deve seguire il percorso, che sarà lungo, tortuoso, ma allo stesso tempo affascinante, per chi imparerà a conoscere la strada maestra.
Mourinho non si adatta. Non perché giochi a fare il bastian contrario. Non si adatta perché sa come si fa. Pretende che ad adattarsi siano i calciatori che lavorano con lui. Che si adattino metodi fin qui, a queste latitudini, sconosciuti finora. Le estati romane sono sempre trascorse trascinate lentamente dal ponentino che si sposa con le chiacchiere da bar sulle odiose amichevoli. Utili ma fuorvianti. Oggi è andato in scena l'allenamento post Trieste e ante Frosinone. In scena perché visibile alla stampa. Che ha fatto in tempo a registrare i richiami ai calciatori dell'allenatore della Roma (la parola chiave di Mourinho e del suo staff è "movimento". Continui i richiami per tenere alto il ritmo: "Veloce", "dai", "forte", "È ora che miglioriamo, quando sei in fatica tira fuori le p*****", come raccontato su laroma24.it). Ma l'opera di cambio dei connotati non si esaurisce durante le sedute in campo. Perché l'andamento lento va bene nella canzone splendida di Tullio De Piscopo, che scivola come un'onda libera e ti porta via. Ti fa pensare all'estate, all'indolenza indotta dal clima suadente, quasi ruffiano. De Piscopo la compose su un taxi a Roma. Aveva fretta, c'era il solito traffico, il tassinaro gli disse che era tipico di Roma, ci si doveva adeguare a quel ritmo, a quell'andamento lento. Che ti affloscia e ti abbandona, nel calcio ti abbandona a un inverno che rischia di essere ripetitivo. Caratterizzato da insuccessi, crisi di identità, infortuni e insofferenze. Stop. Alt! Cambio di marcia. Mourinho chiede intensità, sacrificio, carattere da fiji de na bona donna. La Roma prima di correre a doppia velocità come i messaggi accelerati su whatsapp, deve smettere di muoversi anche in allenamento allo slow motion. I mille tocchettini vanno bene per le statistiche applicate al calcio sui passaggi riusciti, figli non de na bona donna ma delle leggende narrate sul tikitaka che qui non può attecchire. Servono inserimenti, profondità, pressing, mutuo soccorso.
Questo chiede Mourinho e quando questo manca, lui si incazza. Quelle incazzature costruttive che servono a smuovere dal torpore tipicamente romanista i calciatori che devono obbligatoriamente adattarsi a Mourinho. Perché non accadrà mai il contrario. Perché per vincere domani c'è bisogno che la strada maestra che il portoghese sta tracciando venga seguita alla lettera, e lui non lascia nulla di intentato. E ciò che oggi è andato in scena, anche davanti alle telecamere, è soltanto un piccolo antipasto di ciò che poi si consuma dietro le quinte, anche oggi, prima e dopo la seduta "aperta", e di ciò che dovrà essere la regola per tutta la stagione. Anzi, per il bene della Roma, che dovrà diventare la regola dei prossimi tre anni. Salvo rinnovi. Conviene adattarsi. In fretta.
In the box - @augustociardi75