22/09/2021 17:05
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - È talmente nuova la percezione della Roma, che si accelerano processi che in teoria richiederebbero determinati accadimenti prima di potere svolgere il proprio corso. Prima sconfitta stagionale dopo sei vittorie consecutive. Come reagirà la Roma? Ricadrà negli stucchevoli ammorbanti errori del passato? Scaverà un nuovo tunnel in cui abituarsi a vivere nelle tenebre?
Neanche il tempo di certificare eventuali serie negative, che tornano i fantasmi del passato, le domande del passato, le paure di sempre. Piazza scottata. A tratti scontata. Preoccupazione lecita, catastrofismo fuoriluogo. In passato accadeva esattamente quello che si può presagire? Presagire non significa vivere. Prima o poi una sconfitta sarebbe arrivata, manco il tempo di metabolizzarla e sembra già se ne stia prevedendo una seconda. Canzoni stonate. L'allenatore non sa più come spiegarlo, prima e dopo le partite, forse dovrebbe parlare durante, indire una breve conferenza stampa durante l'intervallo, ma forse le convinzioni sono più forti delle parole, le ferite visibili sulla pelle della Roma fanno male quando cambia il vento (ma quando? Da tre mesi è sempre scirocco). Forse la Roma ciarliera e verbosa dovrebbe imparare a respirare, a prendere fiato per non sprecare fiato. Perché se poi dopo una sconfitta la Roma torna a vincere, diventa poco credibile tornare a magnificare ciò che nessuno a Trigoria ha mai magnificato.
Fateci caso. Il proprietario non ha mai detto una parola. Il General manager ha parlato poco, a margine delle sessioni di calciomercato. In modo sobrio. L'allenatore utilizza la parola "tempo" oramai come intercalare. Onesto (cit.) fin troppo da non nascondersi quando evidenzia che questa squadra fa i conti con lacune strutturali che neanche cento milioni spesi sul mercato hanno potuto colmare (pensate in che stato versasse tecnicamente la rosa dopo tre anni rovinosi sotto il profilo delle scelte di campo ed extra campo, divisa fra pazzamenti scadenti e conti da incubo). Una sconfitta, fastidiosa quanto basta, e tutto viene rimesso in discussione. All'esterno, nei commenti tecnici (lasciamo in pace la sacrosanta umoralità dei tifosi). Per fortuna non all'interno. Perché, salvo smentite del campo, il proprietario della Roma ha parlato coi fatti, questo sì, assoldando il più bravo di tutti. Anche quando bisogna detonare una conferenza stampa contenente domande più che lecite. La bravura di Mourinho consiste anche nel piazzare le sottolineature contenute nelle risposte e nelle precisazioni. Mica per bocciare o sbeffeggiare gli astanti. Semplicemente per dire ciò di cui sente la necessità rispondendo a domande che magari prevedrebbero altri concetti.
In the box - @augustociardi