02/12/2021 16:16
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Fa più discutere la dichiarazione di Mourinho su Zaniolo che la sconfitta della Roma. Libera interpretazione: dopo un kappao è difficile sentire un allenatore, Mourinho compreso, parlare delle cause del tonfo. C'è chi sposta l'attenzione, chi se la prende col club che non gli compra i calciatori, chi addebita il conto ai calciatori stessi.
Si può parlare però di Zaniolo assieme ad Abraham. La nuova coppia d'attacco della Roma. Concentratevi sul potenziale. Due marcantoni da oltre trecentottanta centimetri complessivi, abilità nel gioco aereo, in acrobazia, nella protezione della palla, qualità tecnica superiore alla media, almeno venticinque gol in coppia nelle corde. Sintonia da affinare, strategia tattica da ricercare ogni santo giorno per renderli mortiferi, a maggior ragione potendo contare sull'assistenza di Mkhitaryan, e di Pellegrini quando tornerà.
Se pensiamo alle grandi coppie d'attacco, nell'era moderna a livelli siderali ci vengono in mente Romario-Stoichkov e Cristiano-Ronaldo Benzema. La Roma del terzo scudetto aveva Totti-Batistuta, poi Totti fece coppia con Cassano, e insieme avvalorarono l'importanza della vista. Quindi, a seguire, raramente la Roma ha avuto due attaccanti che avessero la possibilità di giocare vicini, uno accanto all'altro, senza restrizioni tattiche dovute al decentramento.
Troppo spesso il 4-2-3-1, quando non funziona, svuota l'area di rigore. Zaniolo e Abraham devono imparare a invaderla e a occuparla militarmente. Imparando anche a detonare l'esuberanza che li porta con generosità a spaziare, sbracciare a metà campo e defilarsi. Chiaro che non debbano diventare due totem piantati nei sedici metri, nel calcio moderno la staticità produce guai, ma sono nella fase della carriera in cui la consapevolezza dei propri mezzi e del potenziale dinamitardo del gioco in coppia, devono indurli a fare il salto di qualità.
A Bologna a tratti davano la sensazione di giocare partite diverse, non per egoismo ma per voglia di strafare. Zaniolo, soprattutto, annunciando ogni volta che entrava in possesso palla l'assalto frontale al muro bolognese, puntando volutamente come un toro qualsiasi obiettivo in carne e ossa gli si parasse contro. Abraham, la cui generosità va convogliata dall'allenatore, ha dato sin troppa assistenza ai compagni, molti dei quali ieri erano dormienti.
Nessun processo, giocano in coppia da una manciata di partite, perché fino a un mese fa Zaniolo arava la fascia destra. Ma è lecito nutrite la speranza di vederli presto fare irruzione, insieme, nelle aree avversarie spaventando le terze linee nemiche, che annoverino Medel o Koulibaly, Acerbi o Criscito. Insieme, prima ancora che da singoli golden boys. Zaniolo + Abraham: atletismo, senso del gol, progressione. La Roma, grazie a loro assistiti da Mkhitaryan, deve trovare la svolta.
Si sapeva che raggiungere la zona Champions League sarebbe stato difficile, ma sarebbe peccato mortale mollare a metà campionato un'ambizione legittima. La difesa bene o male regge, il salto di qualità è atteso davanti. Devono cercarsi di più, giocare più vicini, duettare, alternarsi come riferimento più avanzato. Se la Roma attacca, è una bestemmia che entrambi siano fuori dall'area di rigore. Gli attaccanti devono stare davanti, regola semplice, efficacia naturale. Il lavoro settimanale aiuterà, Mourinho può e deve renderli temibili. Perché ieri hanno fatto fare un figurone a Medel e Theate, credendo che la partita si potesse vincere grazie alle rispettive imprese individuali invece che agendo in cooperativa. Zaniolo a tratti più individualista dell'inglese, che invece ancora una volta non ha limitato lo sbattimento da mutuo soccorso che spesso lo porta a perdere lucidità sotto porta. La Roma davanti ha una bomba a orologeria. Sarebbe peccato mortale disinnescarla.
In the box - @augustociardi