08/08/2022 15:51
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - In attesa di Belotti e, molto probabilmente, di un difensore centrale, la Roma di inizio agosto morde il freno in vista del campionato e si distrae cedendo. Dalla lista B inaugurata la scorsa estate al via vai da Trigoria di questi giorni: il cocktail di ferragosto si prepara con le giuste misure.
Dopo l'addio di Mkhitaryan senza rinnovo (sembra passato un secolo), dopo Florenzi neanche passato per il via, tocca agli esuberi. Come un anno fa, quando Under, Pau Lopez a Kluivert venivano smistati in Francia, mentre altri continuavano a lavorare distanti dalla prima squadra. Da Fazio, che se ne sarebbe andato a gennaio, a Santon, che ha salutato il 30 giugno. La linea di continuità è dettata da Riccardi, troppo in fretta battezzato come enfant du pays e prodige, troppo in fretta "prigioniero" di un contratto che gli limita le prospettive in squadre che lo rilancino dopo un biennio da spettatore. Errori di mercato, parabole discendenti, scelte tecniche, a volte apparentemente brutali.
Nel calcio in cui ci si lamenta perché comandano i giocatori, la Roma ha deciso di cambiare strada. Non rientri nei piani tecnici? Ti mettiamo nelle migliori condizioni per allenarti, ma non con Mourinho, fino alla cessione. Batti cassa con frequenza inopportuna? Il trattamento sarà lo stesso, anche se il tuo apporto potrebbe ancora essere utile. E via dicendo. Lo scorso autunno è andata in scena una selezione naturale a Trigoria, perché il trauma norvegese era la goccia di un vaso che rischiava di finire a pezzi. Mourinho ha usato l'accetta, schivata soltanto da Kumbulla. Gli altri, Diawara, Villar, Calafiori, sono usciti dai radar. Idem Borja Mayoral, ma lui era in prestito. I tre in questione sono ancora nella Roma. Casi diversi.
Calafiori più che gli allenatori deve convincere il destino a essergli meno avverso. Villar vuole giocare, voleva farlo forse per diritto divino nella Roma, lo ha fatto poco nel Getafe, proverà a farlo nella Sampdoria. Diawara l'autobus lo ha perso tredici mesi fa quando disse no al Wolverhampton. Da allora, qualche sondaggio, neanche troppo convinto, fra Turchia, che di solito accoglie tutti, Spagna e Italia. La follia di un ingaggio conferitogli da due milioni a stagione inibisce. Lui nel frattempo non vede più il campo. Acquisto sbagliato. Come evidentemente quello di Shomurodov, difficile un anno dopo non riportare in auge i dubbi su un'operazione da 17 milioni per un calciatore che part time giocava nel Genoa segnando più o meno come una mezzala. Doveva essere il vice Dzeko, è stato il vice Felix, e neanche sempre.
Saluta anche Carles Perez, ennesima conferma vivente che non tutto ciò che esce dalla masia del Barcellona sia fatto della materia di Messi e Xavi. Il Celta Vigo la sua dimensione. Dopo l'adieu a Veretout, è prossimo a salutare di nuovo Kluivert, strappato troppo presto all'Ajax, mai del tutto maturato nelle ultime tre stagioni. In attesa di sistemazione anche un campione nazionale in carica. Ante Coric a maggio ha vinto da precario il campionato svizzero. Ma la medaglia al collo ancora luccicante non ha fatto da specchietto per le allodole.
Pau Lopez e Olsen, Santon, Fazio, Nzonzi, Florenzi, Under, Pastore, Pedro, Veretout, Perez. E ora, dopo Villar, Kluivert, Shomurodov e Calafiori. In attesa e nella speranza di Diawara. Spazzare via stipendi pesanti per fare spazio ad altri. Salutare calciatori fuori dai piani tecnici o più semplicemente rimediare a vecchi errori di mercato. La Roma sbagliata viene servita al bancone. Con ghiaccio abbondante.
In the box - @augustociardi75