23/11/2022 13:40
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Rick Karsdorp, fine delle trasmissioni. Dal certificato al principio di causa effetto, dalla modalità Emerson ai giudizi sull'esternazione di Mourinho. Si può discutere a oltranza, non è necessario trovare un punto d'intesa fra chi commenta e fra chi semplicemente tifa.
Necessario è invece guardare oltre, perché a forza di dire che manca una vita alla ripresa del campionato, a breve ci ritroveremo a un mese dal turno numero uno del duemilaventitre, roba da conto alla rovescia per un capodanno posticipato di tre giorni. Anche se in mezzo ci sono ancora alcune settimane di nulla. Fatte di foto e storie Instagram suggestive postate dal Giappone, di scarpe di Mourinho che chiamano interpretazioni, di amichevoli che susciteranno curiosità soltanto per le divise naïf utilizzate nella mini tournée, di sorrisi di circostanza dei calciatori mentre firmano autografi.
Scene estive riprodotte in pieno autunno, con la differenza che stavolta c'è la necessità di tornare alle partite da tre punti, perché la coda del primo blocco di stagione è più da amaro che da dolce finale. Mentre in estate c'è la smania della prima volta, la voglia di esordio. Poi c'è il mercato. Contiamo già otto nomi di terzini destri per il dopo Karsdorp, vecchie fiamme alla Bereszynski e new entry alla Odriozola, ce n'è per tutti i gusti. C'è spazio pure per i rinnovati vocali virali su Cristiano Ronaldo. Un contorno effimero per la pietanza principale che va servita coi giusti criteri. Perché la Roma avrà pure un organico in parte sopravvalutato, ma sta facendo meno del dovuto. Anche tenendo conto degli infortuni.
Da gennaio sarà necessario che Zaniolo faccia gol, senza se e senza ma, perché è inammissibile che uno come lui abbia una media realizzativa che se stesse nella Cremonese non avrebbe il posto garantito. Sarà necessario che Pellegrini prima di tornare in campo sia guarito definitivamente perché non è giusto giudicarlo sempre con il però: sì però gioca stando male...idem per Spinazzola. Sarà necessario che Abraham capisca bene che nelle squadra ambiziose la concorrenza è nutrita e anche spietata, mentre nella Roma al limite è nutrita, perché Belotti oggi come oggi non metterebbe ansia da prestazione neanche a un attaccante di Lega Pro.
Una serie di condizioni necessarie per rianimare una Roma che dal venticinque maggio scorso non è cresciuta di un millimetro, anche per colpa di una manovra che non risulta mai fluida, che non prende mai controtempo gli avversari, che siano modesti bulgari o squadre di livello più o meno superiore alla squadra di Mourinho.
Insomma, il Giappone, il Portogallo, le amichevoli, le storie Instagram, le scarpe di Mourinho, le voci di mercato, la lettera di Karsdorp. Le solite cose più qualcosa di inedito. L'importante è che la Roma sappia di avere una scadenza, perché ha già sprecato parecchi bonus concessi sulla fiducia e per riconoscenza dopo il trofeo europeo della scorsa stagione. Affinché i post partita non siano più soltanto gli show di Mourinho davanti alle telecamere che offrono titoli per una settimana, post banali di calciatori che reagiscono a una sconfitta con il più classico dei "ci rifaremo, testa alla prossima partita" e amenità varie. Guardare avanti significa cambiare marcia.
In the box - @augustociardi