21/01/2023 15:14
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - C'è un filo rosso che lega due calciatori diversi tra loro per nazionalità, estrazione e prospettive, ma purtroppo vicini per rendimento ultimo e status. Zaniolo e Shomurodov. La giovane stella, a cui il destino tanto ha dato quanto, e forse più, ha tolto. E una presunta valida alternativa pagata a caro prezzo.
Un anno e mezzo di contratto per Zaniolo, pluriennale per Shomurodov. Stipendi diversi, titoli di coda simili. Entrambi più o meno sul mercato dalla scorsa estate. Minimo comune denominatore: la linea politica della Roma, che farà anche inorgoglire e battere il petto coi pugni ai tifosi, ma ha deciso di imboccare una strada pericolosa. "Non vendiamo i nostri calciatori in prestito ma soltanto a titolo definitivo". È il tormentone dialettico di Tiago Pinto, ripetuto con forza dalla scorsa estate. Termini perentori, manifesto programmatico dell'orgoglio e dell'autonomia giallorossa. Poi però, nei fatti, la frase "non vendiamo i nostri calciatori in prestito ma soltanto a titolo definitivo", per contingenze, rischia sempre più di accorciarsi a "non vendiamo i nostri calciatori". Perché i fatti vincono sempre sulle parole.
Per Shomurodov sono stati persi sei mesi. Già dalla scorsa stagione era chiaro che fosse un acquisto sbagliato, al netto della genesi di quella inspiegabile operazione che ha permesso al Genoa di incassare, nel 2021, oltre 17 milioni di euro, e infatti l'uzbeko, pure nel 2022-23, il campo non lo ha visto quasi mai. Sempre più ai margini del progetto tecnico. Andava ceduto in estate. Ma la Roma voleva soldi, subito. Legittimo, ma fuori dal tempo. Si direbbe che è facile parlare col senno del poi, ma non serve Einstein per rendersi conto che cederlo in prestito, al Bologna o al Torino, senza obbligo di riscatto, avrebbe consentito al calciatore di riabilitarsi su piazze più consone al suo valore, e oggi magari la Roma starebbe negiziando la cifra da incassare la prossima estate.
Qualcuno può obiettare: e se avesse continuato a non rendere neanche altrove? Risposta: non sarebbe cambiato nulla rispetto a oggi, con l'attaccante reduce da cinque mesi nel retrobottega della squadra, con la Roma che insiste nel volerlo cedere a titolo definitivo o con obbligo di riscatto e coi dirigenti del solito Torino che in modo altrettanto legittimo rispondono picche, perché sono ancora interessati, ma ancora una volta non alle condizioni della Roma. Non a scatola chiusa. E per un club che a causa del fair play finanziario deve vendere per poi comprare, inizia a essere un problema serio. Perché alla "cocciutaggine" di volere dettare le condizioni sempre e comunque, si aggiunge la difficoltà di vendere altri calciatori che guadagnano cifre fuori portata per l'80% dei club eventualmente interessati all'acquisto.
E poi c'è Zaniolo. Uno Shomurodov moltiplicato per 50. In estate la Roma fa capire che può partire a fronte di offerte da almeno 50-60 milioni. Come dire: è incedibile. E sarebbe stato meglio dirlo, perché il prezzo sussurrato ai media è arrivato all'orecchio del calciatore e dell'agente che provando a negoziare il prolungamento hanno parametrato la richiesta anche alla considerazione finanziaria della valutazione del cartellino data dalla Roma. Dimenticando ovviamente il rendimento negativo dell'attaccante (3 gol nell'ultimo anno e mezzo di Serie A).
Passano cinque mesi, deflagra la bomba pre La Spezia, e ora ancora di più tutto il mondo sa che non solo il giocatore è in vendita, ma anche che la Roma deve venderlo per forza, perché viene reso pubblico che non si è reso disponibile per la convocazione. A chi giova questa trasparenza mediatica? E poi, le offerte? Manco a parlarne. Juventus e Tottenham in estate, solo Tottenham, almeno fino a oggi, per la sessione di mercato che sta per terminare. Sempre nella stessa modalità: prestito oneroso e poi ne riparliamo. Posizione della Roma? Non lo vendiamo se non a titolo definitivo o in prestito oneroso con obbligo di riscatto. Sempre la stessa. Tutti sanno che c'è una crisi oramai conclamata ma chi lo vuole deve accontentare la Roma dalla A alla Z. Sempre stra legittimo, sempre motivo di orgoglio.
Ma poi bisognerà fare mercato anche in entrata, e al mercato non accettano l'orgoglio come moneta, chiedono bonifici. E al tempo del fair play finanziario sarebbe forse il caso di iniziare a considerare che non può essere tutto o bianco o nero, perché esistono le sfumature. Anche perché il bianco e il nero di questi tempi non sono manco più tanto di moda.
In the box - @augustociardi75