17/04/2023 18:18
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - L'habitat di Mourinho, il campionato nazionale e la coppa europea nei finali di stagione. Ogni anno, se nel frattempo, è riuscito a indirizzare la squadra sulla strada giusta, nel trimestre finale estrae dalla tasca il suo manuale sulla gestione psico-fisica del gruppo, e quasi sempre riesce a ottenere ciò che si prefigge. Europa League e corsa al piazzamento in Champions League.
La Roma c'è, sa pure che non c'è nulla di scontato, ma c'è. Presente a se stessa come il suo allenatore rimane lucido anche laddove tutti vanno in tilt per gestione dello spogliatoio e indigestione di partite. Turnover sì, turnover no, il dibattito dei dibattiti. C'è chi lo detesta, chi lo sposa, chi offre un punto di vista all'apparenza banale, ma che risulta terribilmente aderente alla realtà. Turnover? Dipende da chi lo fa.
A Milano strozzerebbero Inzaghi e Pioli per la gestione della rosa. L'Inter cola a picco in campionato e vola in Europa, grande obiettivo a portata di mano la semifinale, ma l'ambiente nerazzurro non può tollerare una classifica tremenda condizionata da undici sconfitte, quattro nelle ultime cinque partite, ossia un punto su quindici a disposizione. Un disastro mitigato dalla vittoria a Lisbona, un disastro imputato all'eccessiva rotazione dei titolari, quasi scientifica e basata sul minutaggio da ripartire equamente fra i calciatori. Insomma, l'Inter a oggi ha mollato il campionato per sposare la coppa.
In parte pure il Milan, che ogni volta che toglie di mezzo l'intero tridente offensivo fa un frontale coi pareggi, e nonostante ciò continua a escludere in campionato, contemporaneamente, Leao, Giroud e Diaz in prossimità dei match internazionali. E se da un lato in Champions League potrà difendere il vantaggio parziale prodotto contro il Napoli, se in campionato restituissero i quindici punti alla Juventus, i rossoneri oggi sarebbero fuori dal piazzamento europeo più nobile.
E se Sarri ha tolto di mezzo il dubbio puntando tutto sul campionato, con la Lazio da applausi in Serie A che ha fatto però una doppia pessima figura in Europa League e in Conference League, se la Juventus si allinea alle difficoltà delle partite prima e dopo il turno europeo, Mourinho va per la sua strada, perché dopo avere preso le misure alla squadra, le ha cucito addosso il vestito giusto. Non uno smoking, roba da ricchi. Una bella giacca blu, buona per ogni occasione, sartoriale, classica, adatta per le cene informali e per gli appuntamenti di gala. Mourinho tuttofare.
Turnover ragionato, gestione e a volte completa esclusione dei due centravanti alla ricerca del gol smarrito, rapporto stretto stretto coi suoi leader acclarati, da Matic a Dybala passando per Smalling, confidenza e fiducia ripristinata quasi del tutto con quelli che ha trovato a Roma e che ha reso colonne del gruppo, che lui stesso ha nominato lo scorso anno, salvo poi richiamarli per mesi a una consapevolezza che mancava colpevolmente e che li stava poco a poco facendo scendere dal piano dove abita il loro allenatore, salvo ora riabilitarsi ai suoi occhi.
Mourinho che induce Pellegrini a una vita meno stressata, negandogli la battuta di un rigore con un pallone più pesante di una palla medica, Mourinho che dopo un anno e mezzo ha ottenuto un difensore che possa alternarsi ai titolari e che dimostra di essersi inserito al meglio, Mourinho che a Rotterdam va in conferenza stampa con Bove, e poi non casualmente lo ripropone con somma sorpresa di tutti la domenica successiva. Pardon, somma sorpresa di quasi tutti.
Mourinho sa dove mettere le mani. Mai sudate per nervosismo. Mourinho a sangue freddo. Come i rettili. Nei momenti più delicati, nel periodo della stagione che preferisce. Lucidità, bastone e carote per i suoi, cambio di atteggiamento davanti alle telecamere, più pompiere che bombarolo, detonatore della sua panchina al tritolo, sempre pronta a farsi saltare in aria e che da alcune settimane usa toni molto più soft.
Le vittorie aiutano? Certo che sì, in caso di torto arbitrale o di provocazione degli avversari i buoni propositi potrebbero andare a farsi friggere e lui magari salterebbe al collo del "nemico", ma al momento il suo rapporto coi media e col mondo del calcio è tornato light. Stanco delle strumentalizzazioni spesso artefatte. Niente di così sorprendente per chi lo conosce.
Mourinho che si nutre di risultati sa che tenendosi a galla per due terzi di stagione, potrà poi nuotare in scioltezza mentre gli altri magari annaspano nei metri decisivi per toccare terra dal mare. Senza mai dare nulla per scontato. Perché sarebbe il primo a maledire queste righe sapendo per primo dopo il mare c'è un oceano. Insidie europee e una lega lombarda agguerrita che porterà la Roma a sfidare in serie Atalanta, Milan, Monza e Inter. Roba tosta. Mourinho sa come si fa ma sa pure che dovrà indirizzare bracciata dopo bracciata i suoi ragazzi. Che danno però la sensazione di avere finalmente tolto i braccioli.
In the box - @augustociardi75