Quando scoccano le 9 e 11?

07/04/2023 12:38

LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Primo maggio 2022, si gioca Empoli-Torino. Andrea Belotti è reduce da due assenze consecutive, la prima per un problema al bicipite femorale (che ha martoriato la sua stagione, in cui ha saltato 16 partite su 38), la seconda perché, non al meglio, ha visto il quattro a quattro a Bergamo dalla panchina. Il primo maggio il Toro gioca al Castellani, Belotti non è titolare, l'Empoli va in vantaggio, poi al settantunesimo Juric fa tre cambi e il capitano si prende la scena. Segna due rigori, poi fa il tre a uno allo scadere. Tripletta. Siamo oltre il novantesimo minuto. Sesto, settimo e ottavo gol in un campionato per lui complicato. Nelle ultime tre partire rimane a bocca asciutta. Saluta la sua squadra. Si svincola. Ad agosto va alla Roma. Ma quel gol a tempo scaduto a Empoli, 1 maggio 2022, è la sua ultima realizzazione in Serie A.

Nella Roma ha esultato in coppa, 3 gol in Europa League e 1 in Coppa Italia, ma in Serie A è fermo al palo. Sono passati oltre undici mesi. 23 partite, 4 da titolare, 19 da subentrato, 632 minuti giocati, l'equivalente di 7 match interi. Un desolante 0 nella casella dei gol fatti. Andrea Belotti avrebbe dovuto sopperire alle assenze di Abraham senza farlo rimpiangere. Per ora c'è una sadica coerenza. Perché la sua resa è simile a quella dell'inglese, lontano dai picchi del primo anno romanista.

28 partite, 6 reti, 1800 minuti giocati, il triplo di Belotti, uno gol ogni 300 minuti, meno di 1 ogni 3 partite. Lo scorso anno dopo 28 partite giocate (ne aveva saltata soltanto una, per somma di cartellini gialli, contro l') era andato a segno già 13 volte, più del doppio rispetto a oggi. Avrebbe chiuso a quota 17, grazie alle successive doppiette contro la Lazio il 20 marzo e a Torino, nella partita che garantirà alla Roma il sesto posto e l'accesso in Europa League, 5 giorni prima della finale di Conference a Tirana. Numeri impietosi.

La Roma finora ha avuto un grosso problema nei suoi due centravanti. A mercato chiuso, aveva aggiunto Belotti a Abraham, sapendo di avere preso Dybala, pensando di avere all'epoca Zaniolo finalmente giunto alla stagione del definitivo rilancio, contando Pellegrini reduce da una stagione prolifica (altra delusione attuale, ma attenzione perché la stagione entra ora nella fase cruciale, e lui come i due attaccanti può ribaltare i giudizi che sono chiaramente parziali), e di avere sempre , pronto all'uso da perfetto dodicesimo titolare. Insomma, si potevano prevedere mille problemi, ma non da individuare in attacco.

Poi, a febbraio, via l'improduttivo Zaniolo, tanto c'era già Solbakken, e per lui vita facile dopo un periodo di rodaggio, perché per fare meglio del ciarliero attaccante del Galatasaray bastava davvero poco, visto che l'ex enfant prodige ha salutato la Roma con 3 gol in un campionato e mezzo.

A oggi, fra attaccanti e offensivi, sono da promuovere soltanto Dybala ed , e da qualche settimana crescono le quotazioni di Wijnaldum, che da mezzapunta ha già segnato 2 gol, grazie ai suoi caratteristici inserimenti. Ma se Dybala ha sostituito sottoporta, nei numeri, Pellegrini, ora non si può più fare a meno di un segnale forte dei due centravanti, Abraham e Belotti, il 9 e l'11.

Perché i due attaccanti centrali del , Osimhen e Simeone, hanno segnato 24 gol, Immobile, che non ha un omologo fra i compagni, 9, Giroud e Origi 10, e Lukaku 10, Hojlund e Zapata 8, Vlahovic e Milik 14. Quindi la Roma nelle classifiche dei gol delle 7 squadre top, è ultima sia nella specialità delle realizzazioni complessive (38), sia in quella delle reti dei centravanti.

Domani si va a Torino, dove Abraham ha segnato la sua ultima doppietta, contro la squadra con cui Belotti ha fatto il suo ultimo gol, salvo poi alla prima da avversario, all'andata, sbagliare un rigore indossando la maglia della Roma. Urge cambiare marcia. A meno che Mourinho non decida di schierare una Roma spuntata, senza centrattacco, per dare spazio contemporaneamente a Dybala, Pellegrini e Wijnaldum.

In the box - @augustociardi75