21/06/2023 18:55
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Quattro giornate di squalifica a José Mourinho. Decine e decine di migliaia di euro di sanzione al club. In attesa che la CIA scopra che il nonno dell'allenatore fu il mandante dell'assassinio Kennedy, e che si dimostri che il Coronavirus abbia avuto origine in un laboratorio di Setúbal, l'uefa (volutamente senza maiuscole) mostra il suo lato migliore. Chi non si allinea, muore. Mourinho nei post partita non è mai a sangue freddo, risulta sì perentorio nelle espressioni, ma se perde, o addirittura ritiene sia vittima di un'ingiustizia, rompe gli schemi e crea scompiglio dialettico, mediatico. Diventa scomodo. E le istituzioni, in ogni ambito, sanno come tirare il sasso e nascondere la mano. Le istituzioni, che siano politiche, sportive, amministrative, sono sempre dotate di bavagli. Sotto varie forme.
Ci sono intellettuali non allineati che vengono boicottati dall'informazione mainstream, oppure sindaci poco simpatici che subiscono angherie a mezzo stampa, che a certi livelli per convenienza sta quasi sempre dalla parte dei potenti. Nel calcio, la stampa manco si schiera, fa finta di niente. Soprattutto quando le ingiustizie le subiscono squadre che non appartengano al gotha nazionale. Ti chiami Roma e ti scippano una finale europea? La stampa nazionale ti dà al massimo un'ipocrita pacca sulla spalla, salvo poi da Giuda il giorno dopo tradirti per allinearsi alle bugie nazional popolari quando si invoca la gogna per i fatti dell'aeroporto di Budapest. In sintesi: vento mena, barca va.
Quindi, corre l'obbligo di esporsi. Perché l'affetto e la vicinanza del popolo per la Roma e per Mourinho non bastano. Serve interventismo, anche se non portasse a nulla. Danno e beffa no. Cornuti e pure mazziati è un suicidio. La presenza ai fianchi di Dan Friedkin di Gravina e Ceferin durante Roma-Bayer Leverkusen, in tribuna autorità, fa male agli occhi. Non come i tratti somatici di Taylor, ma fa male. Soprattutto perché la cantilena sull'importanza di avere amicizie e rapporti più che cordiali coi vertici delle istituzioni, a cosa diavolo serve? Qual è la finalità di una squadra in una competizione? Vincere? Quindi, se è vincere, alla Roma Taylor ha impedito di vincere.
Quindi, al netto dei bei romanzi sulle progettualità dei club finalizzati alla crescita, siccome crescere nel calcio significa vincere, le amicizie che contano non servono a nulla, se non gli si tiene testa quando necessario. Teoria terra terra? Provate a confutarla. È dai tempi di Franco Sensi che la Roma non batte i pugni sul tavolo. Non poteva farlo per manifeste criticità del club Rosella Sensi. Non lo ha praticamente mai fatto la prima Roma americana, soprattutto perché c'erano dirigenti che mentre gli allenatori provavano di tanto in tanto a ribellarsi, andavano negli spogliatoi a complimentarsi con l'arbitro di Roma-Monchengladbach che a fine partita aveva ammesso di avere preso un abbaglio dando un rigore agli ospiti per fallo di mano di Smalling, che poi era un semplice colpo di testa. Follia. Perché a Roma vigeva la linea dei bocconiani manierati capitanati dall'ideologo che si divideva tra Londra e il Sud Africa, guardandosi bene dal venire in Italia. E la Roma di oggi dopo un furto con scasso ha giocato a fare la moviolista del giorno dopo, con un comunicato affidato alla firma di Tiago Pinto. Un comunicato dopo il più grosso scempio della storia del club? La montagna non ha partorito manco il topolino.
Il silenzio paga? Nel calcio no. L'eleganza paga? Giammai, nel calcio è considerata roba da fessi. Le amicizie che contano pagano? Evidentemente no, lo dicono i fatti. Urlare e protestare paga? Boh, chi lo sa. Abbiamo perso il gusto e la percezione degli effetti delle proteste. Le proteste dei proprietari e dei dirigenti. Perché non bastano quelle di Mourinho. Che, accumulando squalifiche, potrebbe tornare a parlare nel duemilamai. Eppure c'è ancora chi si ostina a credere che i dubbi del portoghese sul suo futuro a Roma fossero legati ai limiti di mercato della Roma. Roba da prima guerra mondiale. I motivi dei malumori sono ed erano altri. Altrettanto importanti. Ci siamo giocati le corde vocali e i polpastrelli a forza di dirlo e scriverlo. Corre l'obbligo di reagire alla passività mediatica. Così come quello di smettere di "far filtrare" che "la Roma si muove nelle sedi opportune". Cazzata sesquipedale. Perché nella migliore delle ipotesi, sbaglia indirizzo, entra nelle sedi sbagliate, quelle inopportune.
Queste informazioni che "filtrano" da Trigoria, filtravano pure ai tempi della precedente gestione. Come dire, "voi non lo sapete, ma il club si sta muovendo, ma non pubblicamente". Non sia mai che si esponesse come non sia mai che ci si esponga oggi! Oh, bisognerebbe e bisognava slacciare il nodo perfetto alla cravatta di Marinella. Magari arrotolarsi le maniche di camicia! Metti che poi ti perdi i gemelli ai polsini? 4 giornate, decine e decine di migliaia di euro di multa. Mentre al West Ham, i cui tifosi ubriaconi molesti hanno giocato al tiro al bersaglio coi giocatori della Fiorentina, dopo avere partecipato coi tifosi viola a una non programmata guerriglia urbana a Praga, hanno causato al club di Londra sollazzo e solletico nelle parti intime. Ecco le disparità di giudizio.
Ecco gli effetti delle politiche accomodanti, manierate e silenziose fino all'annullamento della propria identità mediatica. Non bastano video fighi nei tweet degli account ufficiali in tremila lingue. Tantomeno le foto coi gli stemmi del club a favore di obiettivo. Serve sapere rappresentare se stessi in pubblico. Quando si fanno i frontali coi soprusi. Chi ci dice che una politica all'opposto porterebbe giovamento e giustizia? Nessuno. Ma ci piacerebbe verificarlo nei fatti. Non nelle spiegazioni di convenienza.
In the box - @augustociardi75