25/07/2023 11:46
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Innocenti fino a prova contraria. Dal processo alle intenzioni al processo per intenzioni e per presunte intuizioni, i media nazionali ben consapevoli che l'unico personaggio in grado di accendere le monotone giornate in redazione sia José Mourinho, scommettono sul giorno in cui esploderà per radere al suolo il lavoro della dirigenza sul mercato. Si ingrandiscono persino le foto che l'allenatore pubblica fino a sgranarle, cercando dettagli da trasformare in corsivi alla dinamite.
Il teorema brillante sarebbe: gli prendono Scamacca e Renato Sanches, voleva Morata, Kamada e Sabitzer, sicuramente è incazzato, presto ci regalerà dichiarazioni al vetriolo. Speranze. Sogni bagnati di mezza estate. Come quando a tredici anni si auspicava la pomiciata serale sulla spiaggia con la bella e impossibile della comitiva, ma siccome lei si metteva col sedicenne col motorino truccato, il finale, il brusco risveglio, era la conclusione della serata in bagno a sfogliare le pagine di Postalmarket.
Mourinho sta per esplodere? Al momento la cronaca deve limitarsi al suo dovere, raccontare i fatti. Mourinho sta in grazia di Dio nel suo Portogallo dove sicuramente meglio che nell'infuocata Trigoria, sta preparando la squadra all'inizio della stagione. E non è vero che ha detto no a Scamacca ed eventualmente a Renato Sanches. È intrigato dall'attaccante per i gol che porterebbe in dote alla Roma e perché potrebbe essere lui l'allenatore con cui si consacra un attaccante in cerca di autore da quando ha quindici anni. E Sanches? Fosse dipeso da Mourinho, starebbe già allenando Kamada, ma la società ha avuto altre idee. Sabitzer è andato a Dortmund in cambio di soldi che la Roma non può spendere. La Roma per l'austriaco sarebbe ancora candidata se in Baviera non fosse arrivata l'offerta giusta per il cartellino. Su Sanches, Mourinho ha soltanto quei ragionevoli dubbi che hanno il 99,9% degli addetti ai lavori. Dubbi sulla tenuta fisica, sulla salute fin qui cagionevole di un mediano che se sta bene ha corsa e una forza inaudita.
Mourinho non ha posto veti e non sta imponendo nomi. E finora, dal 31 maggio, ha parlato soltanto in occasione del ritorno in Italia, a Ciampino. Ma in un calcio italiano ricco di debiti e povero di contenuti e di protagonisti, è più facile analizzare pixel per pixel una foto di Mourinho che soffermarsi sulla sua serenità che spiazza e fa scalciare. La stampa nazionale sul Mourinho romanista è tutt'altro che compatta. E il suo cognome, passano gli anni non cambiano gli effetti, è sempre più una tendenza una tendenza. Che fa comodo a tutti.
In the box - @augustociardi75