19/01/2024 20:33
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Daniele De Rossi allenatore della Roma. Lunga vita a Daniele De Rossi. Vada come vada, è logico pensare che in panchina non ci rimarrà soltanto nei prossimi quattro mesi, perché Daniele De Rossi non è stato ingaggiato per scaldare il posto a un altro, non è il Bruno Conti del 2004-05, già tesserato del club che risponde presente alla chiamata al capezzale in una stagione terrificante. E perché non potrebbero mai bastare quattro mesi per capire se sia già un allenatore da squadra ambiziosa. Già, la squadra. Ora che non c'è più il parafulmine, finalmente si accenderanno i riflettori sui calciatori. Sugli onnipresenti e sui desaparecidos, su quelli all'improvviso appassiti e su quelli che, come da sempre accade nel calcio, erano pronti a tutto per il precedente allenatore fino a quando hanno ottenuto tutto. Senza scomodare Bruto e le congiure, nel calcio funziona così. Niente di nuovo. Amen. Tanto prima o poi i contratti scadono tutti. Pure quelli dei calciatori. Gli ex calciatori, nel frattempo, così come gli ex allenatori datati, vengono buttati nel calderone della città più nostalgica al mondo. De Rossi si ispirerà a Spalletti o a Luis Enrique? E chi sarà il Perrotta dei tempi di Spalletti per la Roma di De Rossi? Che ne pensa Pizarro del suo vecchio compagno che ora diventa allenatore? Totti avrà chiamato De Rossi? Quando lo raggiungerà? Vogliamo richiamare pure Pradè? Lucchesi c'ha da fa' o è libero? Il tempo ogni tanto si cristallizza. Oggi sembra di stare poco oltre il 2005. Invece siamo nel 2024. De Rossi chiede soltanto di essere trattato da allenatore, ma non agli astanti della sala stampa, dove volano i Ciao Daniele, ed è già un successo che non si cominci con un ancora più confidenziale Ciao Daniè. Ma d'altronde pure Mourinho, fosse rimasto un altro mese, sarebbe diventato Giusè. De Rossi vuole essere trattato da allenatore ma il messaggio è per il club. E pare evidente che serva un dirigente competente che nelle forme dialettiche non sia soltanto un Rockfeller doppiato dal ventriloquo Jose Luis Moreno. Serve uno alla Marotta. Perché, per quanto alle nostre latitudini, per incompetenza e volgare stupidità, Marotta venga considerato soltanto una specie di raccomandato con un'imperfezione fisica da deridere, il dirigente interista incarna la figura del manager migliore da piazzare fra una proprietà e un comparto tecnico. Perché al vertice della Roma c'è una persona che è la cosa più distante dal calcio europeo e italiano, più o meno come Zhang nei primi anni di Inter, e ha bisogno di qualcuno che abbia un peso specifico tale da sapere gestire i momenti esaltanti ma soprattutto le emergenze e i momenti negativi. E che necessariamente deve accompagnare e supportare il nuovo allenatore, affinché possa quest'ultimo dedicarsi soltanto al probante lavoro che lo attende. Che non significa scegliere se giocare con la difesa a tre o a quattro. Perché, al netto delle resurrezioni, la rosa resta quella composta da bravi calciatori ma che è stata assemblata coi piedi. Una rosa che a ranghi completi può ancora competere per la zona Champions League. A ranghi completi. E a inizio stagione solo gli inguaribili ottimisti e la fanbase del general manager uscente potevano pensare che la mediana fosse completa e bene assortita dopo l'ingaggio di Renato Sanches. De Rossi allenatore della Roma. Lunga vita a De Rossi. Il resto è narrazione non richiesta. Oggi c'è chi si domanda se chi si è legato a Mourinho guferà la Roma di De Rossi. Se qualcuno la guferà, magari si appollaierà sul trespolo lasciato libero da quelli che a ogni vittoria della Roma di Mourinho sentivano delle stilettate al cuore. Fa parte del gioco. C'era chi auspicava il fallimento della Roma pur di liberarsi di Rosella Sensi. Chi ha smesso col calcio dopo il secondo addio di Zeman. Chi fideisticamente ha consegnato anima e corpo a Pallotta e sodali, così come c'è chi ha registrato le ultime erezioni vedendo in tribuna autorità Friedkin padre e figlio indossare la mascherina con impresso il vecchio stemma. Un gioco brutto e triste. Come la classifica attuale della Roma. Che ha nominato De Rossi allenatore anche, ma non soltanto, per scalare posizioni. Ma che non dovrà essere giudicato dal piazzamento finale. Perché se così fosse, significherebbe che dopo quattro anni anche questa proprietà americana deve ancora finire la prefazione del libro per bambini sul calcio italiano.
In the box - @augustociardi75