14/05/2024 11:28
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Fino a una ventina di anni fa, aprivi le finestre ed entrava il ponentino che faceva corrente. A causa cambiamento climatico, oggi al massimo in prossimità dell'estate si sentono vampate di aria umida, la classica bafogna. Scarso refrigerio, abiti che si appiccicano alla pelle. Per sentire le correnti, basta però fare un giro sui media. Le correnti politiche scuotono l'aria.
Le critiche che stanno piovendo addosso a Lina Souloukou hanno anche matrici politiche. Perché la CEO della Roma sta finalmente provando a fare spazio al club giallorosso nelle famigerate sedi preposte. E se viene vista quasi di traverso dagli altri storici club, deve essere motivo di vanto e non di preoccupazione. È buon segno. Perché la Roma si è sempre dovuta battere per farsi rispettare, quindi le pacche sulle spalle dei potenti, che hanno finora sempre visto la Roma al massimo come una valletta, è meglio non riceverle.
Insomma, Lina Souloukou dentro e fuori Trigoria sta prendendo decisioni e posizioni in controtendenza col passato. Quindi è fisiologico che la sua popolarità possa essere in ribasso. Ma i risultati delle sue mosse andranno giudicati col tempo e non in base alle simpatie che riscuote. Perché a ogni azione seguono tante reazioni, e non tutte potranno essere libere da condizionamenti. La Roma anche pubblicamente sta finalmente facendo sentire la sua voce. Lina Souloukou la rappresenta. Finora le sue mosse sono finite contro un muro? Probabilmente. Serve tempo.
D'altronde la Roma negli ultimi quattordici anni ha troppo spesso fatto la comparsa e abbozzato davanti a ogni tipo di ingiustizia. Fino a Budapest. Prima ancora si usavano modi manierati sostenuti da dirigenti che volevano predicare il bontonismo, che scambiavano le riunioni di lega per la passerella di Pitti Uomo. Era la Roma che ringraziava gli arbitri che ammettevano di avere commesso errori madornali, tipo l'arbitro di Roma-Borussia Monchengladbach che aveva concesso un rigore ai tedeschi perché Smalling aveva colpito la palla con la faccia, scambiata per la mano.
La Roma che dall'interno metteva al bando Petrachi perché aveva provato a difenderla dopo un altro scempio nella partita contro il Cagliari, quando persino un galantuomo come Fonseca perse la testa. La Roma sottona e sottoposta allo schiaffo del soldato. Chiunque poteva parlare del club, gettare ombre sulla proprietà, parlare e scrivere in modo improprio dei bilanci. Regnava il silenzio.
Oggi Lina Souloukou sta provando a spezzare il filo. Perché la Roma nella sua storia è sempre stata di lotta e mai di governo. Per il resto, la Roma è l'unico club che fa parlare i media più per i movimenti interni legati a dirigenti e paradirigenti, al loro viavai, che per i movimenti di mercato. Una enorme piazza di paese. Un piccolo mondo antico. Fuori dal tempo.
In the box - @augustociardi75