30/07/2024 17:00
LR24 (AUGUSTO CIARDI) – Sul fronte acquisti, la famosa portafojata è stata data agli haters della piazza romanista, popolata da chi suonava le campane a morto per gusto e non per informazioni acquisite, visto che ancora una volta da quattro anni a questa parte, come le formiche impazzite correvano senza ordine, senza logica, senza notizie.
Sul fronte cessioni, la coppia Ghisolfi-Souloukou ha già dimostrato dimestichezza, piazzando frigoriferi agli esquimesi, da Belotti al Como ad Aouar in Arabia Saudita. Un bel biglietto da visita soprattutto per il nuovo direttore sportivo, che pronti via ha dimostrato ai famosi haters di non essere un belloccio con la erre moscia capitato per caso in una realtà che non merita.
Ora, iniziati i fuochi d'artificio in entrata, le luci si accendono di nuovo sulle cessioni. Nella Roma da anni ci sono calciatori cedibili ma invendibili. Quelli che, pur volendo, non potrebbero partire a causa di rendimento, età e stipendio fuori mercato. Da Pellegrini a Cristante, da Smalling e Karsdorp. Non a caso, di questa vecchia guardia, l'unico ad avere svuotato l'armadietto è stato Spinazzola, col contratto scaduto. E abbiamo persino scorto persone vittime della sindrome di Stoccolma, che lo rimpiangono.
Chi parte? Gli indiziati sono Boer, Kumbulla, Karsdorp, Celik, Darboe, Bove, Zalewski, Abraham. Situazioni diverse tra loro. L'eterno terzo portiere lo abbiamo usato per lo stupido gioco di parole del titolo. Saluterà la compagnia per andare in una realtà minore dove iniziare a giocare tra i grandi. In bocca al lupo. Il futuro di Celik dipende dalla pesantezza del nome che verrà a occupare la fascia destra. La Roma ha preso il giovane Sangaré, che al massimo sarà la prima alternativa, se non la seconda, qualora l'innesto non fosse di prim'ordine. Perché a quel punto rimarrebbe il turco, il cui futuro a Roma dipende dalle offerte. Nessun dubbio sul fatto che Karsdorp non giocherà in prima squadra. Linea chiara della Roma. Sei sotto contratto, ma non c'entri più nulla con il gruppo a cui si affida De Rossi. In mezzo, l'indiziato a partire è Kumbulla, la sensazione è che possa farlo soltanto in prestito. Reduce da un brutto infortunio e da una stagione da dimenticare, dopo avere deluso ai suoi esordi, non è mai riuscito a sopportare il fardello di un'etichetta appiccicatagli addosso dal costo del cartellino, una follia da oltre 20 milioni di euro. Erano gli anni in cui la Roma faceva ridere i cassieri degli altri club. C'era chi faceva affari low cost con l'Hellas, per Zaccagni, Rahmani, Casale, e poi c'era la Roma che staccava assegni illogici.
A centrocampo, detto di Pellegrini e Cristante, appena rientrato può andare via Darboe, reduce da una buona annata alla Sampdoria, che a De Rossi non dispiace, ma è più goloso farlo partire verso una medio-bassa Serie A che tenerlo per fargli fare l'ultima ruota della mediana. Luci accese su Bove. Abbaglianti se interpretiamo senza troppi sforzi le parole di De Rossi a margine dell'ultima amichevole. Bisogna fare i conti con la volontà dei giovani di giocare di più. Bove alla Roma rimarrebbe a vita, ma si rende conto di non essere al momento un pilastro della squadra. Classico caso di tutta plusvalenza. Finora hanno manifestato interesse Fiorentina e club inglesi. A naso, a 15-18 milioni la Roma ci farebbe un pensiero. A malincuore si potrebbe recidere il cordone ombelicale. A meno che Ghisolfi non riesca a scovare offerte più alte. Tutta plusvalenza anche Zalewski. Da quando c'è De Rossi, non ha più visto le fasce. Ma anche con De Rossi, ha continuato a navigare nel mare dell'anonimato. C'era chi lo invocava mezzapunta. Tolta la sete col prosciutto. Nel suo vecchio ruolo, ricoperto nelle giovanili, ha fatto meno di quanto espresso sulle corsie laterali. Il sottoscritto lo vorrebbe denunciare per truffa calcistica, avendo perso totalmente la testa per lui nel trimestre culminato con la finale di Tirana. Per poi essere abbandonato a causa dei successivi due anni di mediocrità. In Italia può piacere alla Fiorentina e al Genoa (fantasia: scambio con Frendrup?).
Chiudiamo con Abraham. Non ci sono più i giapponesi convinti che non sia finita la guerra mondiale, quelli convinti fino a poche settimane che l'attaccante sarebbe tornato al Chelsea a cifre esorbitanti. Affievolite le voci sul Milan, ma non del tutto scomparse, l'associazione di idee che lo riporterebbero in Premier League finora è fine a se stessa. Occhio all'Arabia Saudita. Ci sono operatori di mercato pronti a giurare che ci siano movimenti in quella direzione.
In the box - @augustociardi75