19/09/2024 17:14
LR24 - Una delle tecniche più utilizzate in psicoterapia è quella del soliloquio, facendo ben attenzione a disporre le ‘o’ e le ‘u’ nel giusto ordine. Perché, sia mai, si venisse beccati con le mani sporche. Allora mentre giriamo in tondo nella stanza, al buio, lasciamo andare, da soli, una serie di pensieri disordinati che chissà se alla fine, unendo i puntini, avranno una forma, un profilo o almeno un senso.
Hanno fatto saltare Daniele De Rossi.
Senza neanche curarsi del modo. Al solito, come avviene da un po’. Ma finché gli esplosivi venivano posti sotto le sedie di figure di contorno, dal di fuori, quei rumori prendevano il suono del canto della rivoluzione.
Quella felpa celeste, che brilli l’artefice. Non era celeste? Troppo tardi. Muoia Tiago Pinto e tutti i filistei. E allora che bruci, che finisca in brandelli, che venga sconquassato questo o quel settore.
E al loro posto?
Chi ha detto Aquilani?
È la rivoluzione, che si compia.
Come in quel film, più fantasy che storico, condito da musiche iconiche, che ha consegnato al mondo l’interpretazione all’americana sugli usi e costumi dell’antica Roma. Dove dalla propria posizione privilegiata, l’Imperatore di turno, in base alla direzione del proprio pollice decretava il diritto alla vita del sottoposto, sotto ali di popolo festante a cui prima era stato elargito del pane. “Ringrazio la proprietà per essere qui”, quasi a baciare le mani, ripete in modo ossequioso chiunque arrivi.
Un secolo prima di Marco Aurelio, imperatore nel colossal, c’è stato Claudio, con la consorte Valeria...Messalina. Tutto attaccato, sia chiaro. I cui racconti ai posteri la definiscono molto generosa con gli uomini che accondiscendevano ai suoi capricci ma altrettanto pronta a far eliminare senza pietà quanti non vi si prestavano.
E adesso, quel metodo splatter che governa Trigoria ormai da mesi, finisce sulla schiena, mica sul volto, dell’allenatore della Roma. Che però era Daniele De Rossi, semplicemente "allenatore della Roma" per chi la Roma l’ha vista al cinema, nei film fantasy all’americana. Ed è stato reso martire, da ieri.
Ci vediamo domenica.
Anche stavolta.
In the box