MMTS: messaggi manco troppo subliminali

11/02/2025 12:07

LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Che la Roma dia l'impressione di avere difettato in dialettica, è un pensiero diffuso. Nel giro di poche settimane, ciò che faceva sperare in un rilancio legato al mercato (di gennaio ma soprattutto estivo), ha scaturito un effetto boomerang per gli equilibri mentali instabili di una piazza logorata da una stagione in cui campionato e Coppa Italia sono l'ennesima, mesta, via crucis. Al punto che, a pochi giorni dallo spareggio col Porto, nelle competizioni che da tanti anni sono l'unico grande vanto sportivo, la febbre non sale, non stiamo neanche a uno stato di alterazione.

Perché la conferenza stampa di pre Venezia, le sue parole post match, e le dichiarazioni di Ghisolfi al Corriere della sera, rimbombano nelle teste, e il rumore non viene attutito neanche da una buona striscia di risultati positivi consecutivi, perché spostano pochissimo in una stagione pessima. Fair play finanziario per i tifosi della Roma come la kryptonite per Superman. Al riecheggiare della maledetta definizione, il morale non lo trovi più manco sotto ai tacchi. De profundis? De profundis.

"Scordiamoci i top manager, scordiamoci i top player, prepariamoci a essere una volta per sempre una specie di Torino, con tutto il rispetto per il Toro". Questa più o meno in sintesi la percezione del futuro. Difficile provare a interpretare almeno una parte dei pensieri in voce a Trigoria senza essere tacciati di collusione mediatica.

Sarebbe quindi da autolesionisti provare, almeno in parte, ad aggiungere una costruzione mentale che non sia troppo fantasiosa? Facciamoci del male. Abbassare il monte ingaggi non significa soltanto acquistare calciatori con stipendi inferiori al milione e mezzo di euro. Vuol dire pure una volta per tutte salutare gente che ha guadagnato tanto e reso poco. Perché ancora oggi la Roma sconta una politica di rinnovi da default. Sconta l'epoca dei quinquennali da almeno tre milioni a stagione. Una follia che si è schiantata con classifiche imbarazzanti. , dopo una vita, ha tolto il posto fisso a Pellegrini e Cristante, tanto per fare un esempio. E quando parla di monte ingaggi da abbassare è lecito anche pensare che sia un messaggio manco troppo subliminale recapitato a calciatori e agenti che devono rendersi conto che il tempo nella Roma è in esaurimento. La stessa strada devono iniziare a conoscerla anche gli altri della vecchia guardia. Arrivare alla scadenza di contratti legittimi quanto illogici, è nei diritti degli atleti, ma comporta sconvenienza per la squadra e per le carriere degli stessi atleti. La Roma è anche andata incontro, in modo apparentemente altrettanto illogico, ad alcune scuderie, per esempio rinnovando il contratto a Zalewski prima di girarlo all'.

Fair play finanziario o no, la tabella di marcia chiama almeno due anni di ritardo riguardo cambiamenti tecnici necessari. Urgenti. Il finale di campionato deve servire per rafforzare il messaggio. Anche perché servirà poco ai fini della classifica. Più utile, persino dal punto di vista tecnico, provare a farsi un'idea su Soulé e sui nuovi arrivati, piuttosto che continuare a vedere i vari Celik e Shomurodov e ai soliti senatori a fine mandato. Dando un senso a tre mesi di campionato altrimenti deprimenti. Non sarebbe la rivoluzione auspicata, ma almeno si percepirebbe la volontà di uscire da uno stallo insopportabile.

La Roma non fa più notizia manco quando perde. Non fa notizia quando vince perché sono vittorie per passare dal decimo al nono posto. E non ha nemmeno più quel tipo di personaggi che comunque accendevano i fari dei media. Un anonimato da combattere.

In the box@augustociardi75