18/05/2009 15:55
A rimetterci le penne sono Chievo, Lecce, Reggina. Questa volta la Lazio, che non è piccola, non è grande, ma ha vinto la Coppa Italia e ci può stare: nessuno le ha messo bastoni tra le ruote. Dovevano? No. Ma potevano e non lhanno fatto.
LInter ha festeggiato con il Siena il meritato scudetto numero 17 (16 più 1 gentilmente offerto), la Juve deve guardarsi dalla Fiorentina, altrimenti le scappa il terzo posto e sono dolori. La Fiorentina a sua volta deve controllare il Genoa, che una spintarella ce lha sempre. La Roma potrebbe finire in Uefa, ma non è sicuro e non sappiamo quanto ne sarebbe contenta. In basso non può considerarsi tranquillo il Chievo, cui non basta giocare meglio delle altre. Lecce e Reggina sono fuori. Si può salvare solo una tra Torino e Bologna: hanno un grande nome e un passato pesante, il che aiuta. Il Bologna ha mandato in B il Lecce con una rete irregolare di Di Vaio e grazie a un rosso impensabile in occasione di uno spareggio.
Questo è il nostro calcio. Tutti i risultati sembrano frutto di un programma, più che del gioco. Se non ci fosse la Nazionale a tenerci alto il morale, ci sentiremmo alla frutta. Siamo campioni del mondo, invece. Anche se per crederci siamo costretti a dirlo ad alta voce.
Adesso cè in piedi una triste e complicata storia di allenatori. La Juve vuole confermare Ranieri, che ha fatto un buon lavoro. Ma sa che tifosi e media laggrediranno. Il Milan, per bocca di Berlusconi, lufficiale pagatore, ha licenziato Ancelotti e non sa con chi sostituirlo: al capo piace Van Basten, appena cacciato dallAjax. Gasperini e Conte aspettano notizie. In ballo cè anche Spalletti, che gode di buona fama, nonostante la stagione mediocre. Mazzarri potrebbe finire alla Lazio e la Samp è incerta tra Zenga e Del Neri, che non andrà più allUdinese: in Friuli resterà Marino, nonostante il giudizio negativo di Pozzo, che non va più allo stadio per non incontrare lallenatore. Delio Rossi, riscoperto da Lotito e dai tifosi per una serie positiva di rigori, troverà ponti doro a Bergamo: scende di categoria, ma si toglierà una bella soddisfazione. Ballardini a Palermo sta battendo tutti i record a disposizione, eppure viene criticato da Zamparini, che vuol sempre dimostrare di saperne di più. Paga regolarmente, se non altro. Ballardini è sotto contratto, ma quando sente il suo presidente se ne dimentica.
La Roma è in alto mare ed è un mare grosso, agitato. Non si sa come finirà. Rosella Sensi non ha molta voglia di lasciare ed ha comunque il diritto di conoscere nomi e volti dei teorici acquirenti e anche lentità dellofferta. Come si fa a dire che se ne deve andare comunque? E se poi la Roma finisce in brutte mani? Nel calcio ci sono cordate che si sciolgono in una notte e cicale che cantano senza pensarci. Chi si fa sotto deve anche sapere una cosa: il decennio migliore nella sua storia la Roma lo ha vissuto con i Sensi. Il successore è chiamato a fare meglio e a non presentarsi a mani vuote. E lo diciamo per la Roma e i suoi tifosi, non per le Sensi, che peraltro meritano rispetto. E poi, se Rosella lascia oggi, domani chi paga gli stipendi? Aspettiamo e soprattutto valutiamo. Se si fa vivo Paperone, benissimo: si vive tutti felici e contenti.
Intanto bisognerebbe pensare alla squadra e non succede. Ci sono giocatori spariti, altri consunti, altri ancora malati. La Roma andrebbe rifatta. A partire dalla difesa. Sono 57 i gol presi, appena uno in meno rispetto alla stagione dei mille allenatori. Lultima volta in cui la media (oggi di 1,58) fu peggiore eravamo nel 1949-50 e nella stagione successiva la Roma retrocesse. Con Capello nel 2003-2004 di gol ne vennero presi appena 19. Spalletti, se i proprietari vogliono e lui vuole, rimanga pure, ma si ricordi di partire da quel numero: 19. Così basso da sembrare un sogno.