Burdisso l'intoccabile

26/09/2009 12:37

E pensare che nell’estate appena passata, quando il nome dell’argentino è stato accostato alla Roma, molti hanno storto la bocca. L’ennesimo scarto dell’Inter arriva da queste parti, la sintesi del pensiero di molti tifosi e addetti ai lavori. Diffidenza totale nei confronti di uno che, è vero, non era un titolare inamovibile nell’Inter, ma che in carriera aveva vinto di tutto e di più.

E’ arrivato praticamente a poche ore dalla prima di campionato della Roma a Genova contro il . La sua maglia con il numero 29 addosso ha viaggiato la domenica stessa con i dirigenti giallorossi: lui stava in ritiro a Genova e la maglia ancora non c’era, pur sapendo che gli sarebbe servita. Subito in campo, infatti. E poi cinque volte su cinque in campionato. Al fianco di Andreolli, di Mexes, di Juan, al posto di Riise. Ruotano tutti, lui no. Sempre in campo, in un modo o nell’altro, in un ruolo o nell’altro. Titolare fisso. L’unico della difesa. Juan c’è e non c’è, comunque è tornato recentemente e non è al top; Mexes non c’è e basta, Ranieri lo ha messo a riposo e lui tra l’altro adesso ha pure accusato problemi al ginocchio; Andreolli non pervenuto, almeno per Ranieri, che lo tiene momentaneamente ai margini. Burdisso è l’uomo buono per tutte le stagioni.

A Siena è stato impiegato a sinistra al posto di Riise, non è escluso che domani a Catania venga schierato a destra al posto di Cassetti, che non sta benissimo, o di Motta che il tecnico considera molto ma che difetta nella fase difensiva. A Palermo è arrivato anche un gol da parte del bandito, di testa in tuffo. Una rete che si è goduto solo pochi secondi, visto che immediata è stata la rete del pari rosanero. Nicolas è avvezzo a queste sortite in attacco. Di gol ne ha sempre segnati abbastanza, basti pensare che è stato capocannoniere della coppa Italia 2006/2007. Sei reti il suo massimo in serie A, con la maglia dell’Inter, sempre in quella stagione.

Burdisso ha l’esperienza giusta, la grinta e la determinazione che servono alla squadra in questa fase di inizio gestione Ranieri. L’esempio per tutti coloro che avevano perso entusiasmo e motivazioni. Il bandito che tiene tutti sulla corda. Ormai è diventata una frase fatta, ma davvero sembra che Burdisso abbia sempre giocato con la Roma. Si vede da come festeggia i gol con i compagni, da come dirige i difensori e non solo, a volte anche chi nella Roma gioca davvero da tanto tempo, come e Pizarro. Ed è anche questo che Ranieri apprezza particolarmente, oltre alla sua conoscenza della zona, dei tempi del fuorigioco e la capacità di alzare la linea dei quattro.

Burdisso è un calciatore che si è subito fatto apprezzare nello spogliatoio. Hanno colpito le sue qualità umane, la sua umiltà. Anche a Milano, almeno da questo punto di vista, era ben voluto. Con i suoi compagni ha sempre avuto un ottimo rapporto. All’Inter lo hanno aiutato parecchio in un momento difficilissimo della sua vita: sua figlia Angelina era stata colpita dalla leucemia, Moratti lo ha lasciato tornare in Argentina fino a quando il pericolo non fosse scongiurato. In quel periodo tutti gli sono stati vicini, lui infatti nonostante le poche presenze in campo, ha sempre parlato con affetto dell’Inter. Ma ora c’è la Roma, l’esperienza professionale vera. Burdisso è tornato ad essere un calciatore vero. Apprezzato.