30/09/2009 08:26
L'area si estende sull'Aurelia, appena 500 metri dopo il raccordo anulare. Sono 130 ettari di terreno (in gran parte di proprietà dellimprenditore Scarpellini) che attualmente il piano regolatore qualifica come «agricolo non vincolante e non di pregio». L'area è degradata, nei pressi c'è la discarica di Malagrotta che deve essere trasferita. Dal punto di vista burocratico, quindi, bisogna istituire ancora le Commissioni di studio, cambiare la destinazione d'uso, approvare il tutto in consiglio comunale e regionale o istituire un accordo di programma difficile, visto che a breve ci saranno le elezioni regionali e lo scenario politico potrebbe cambiare. Ma il problema vero sono i soldi. Alemanno e Marrazzo, rispettivamente sindaco e governatore, sono stati chiari: il costo non deve gravare sui cittadini, quindi le autorità locali non metteranno un euro. Ma neanche un euro verrà messo dalla famiglia Sensi, oberata dai debiti e strozzata dalle banche.
La controllante As Roma, il gruppo Italpetroli, vanta un debito di quasi 500 milioni con diversi istituti di credito e non può certo investire cifre rilevanti nonostante i conti della società calcistica siano a posto. Ma allora il nuovo stadio chi lo paga? «Per quanto riguarda la struttura finanziaria, stiamo lavorando su più ipotesi. Ancora non possiamo dare numeri, abbiamo fatto alcuni business plan in via preliminare. Ci sono ipotesi». Questa la risposta della Mazzoleni, braccio destro della presidente Sensi. La famiglia Sensi dovrà quindi occuparsi di tutto il progetto: nei pressi dello stadio sorgeranno interi quartieri e centri commerciali. L'intento è di appaltare terreni, offrire aree edificabili ai palazzinari e in cambio ottenere finanziamenti per realizzare le infrastrutture necessarie. Lo stesso tentativo fu fatto con la cittadella dello sport a Torrevecchia: l'allora sindaco Veltroni approvò il cambio di destinazione d'uso. «Ci vorranno meno di 5 anni», disse Veltroni. Ne sono passati 3 anni e mezzo, per ora non c'è neanche un mattone.