Azionisti contro: «Rinuncia ai soldi»

30/10/2009 09:59

Donne e soldi Apre le ostilità il signor Quinzi che si chiede: chi ha deciso di cedere talenti co­me D’Agostino, Galloppa e Mar­tinetti (sic!) ed acquistare Pit e Julio Sergio? Vi pare un inter­vento cattivo? Be’, non avete sentito Pizzicaria. Questi, dopo aver sottolineato che ci sono troppe donne in società («man­ca solo Rosy Bindi») dice alla presidente: «La Roma è finita con suo padre. Tornerò a tifare quando cederà la società». E gli acquisti: «Abbiamo preso gli scarti di Liverpool e Real, an­che in quei club ci sono delle 'pippe'. E poi rimandiamo a casa tutti i brasiliani». E la dirigen­za? «Montali, Pradè e Conti for­mano un trio che non serve a niente». Se Palermo teme che non si possa combattere con le grandi ad armi pari, Ponziani è felice: «Meglio aver preso Mon­tali che un centravanti». Lapida­rio Ferretti: «Se non potete inve­stire, lasciate la Roma: c’è Ange­lini ». Ma il più duro è Rossi Mas­simi: «Perché ci sono tutti i pa­renti nel CdA? Papa Alessandro VI Borgia in confronto ai Sensi come nepotismo era un dilet­tante. Non sarebbe stato più ele­gante rinunciare agli stipendi? Chiedo le dimissioni di Rosella Sensi da amministratore dele­gato». Titoli di coda su Pelosi, Angeletti, Carlone e Staderini. Domande pertinenti (fra stadio e Montali) ma risposte più o me­no vaghe. Tra un anno si repli­ca.