20/10/2009 10:01
Partiamo con il derby del 24 maggio 1931. La Roma, in lotta per la conquista dello scudetto è a due punti dalla capolista Juventus, a sette gare dalla fine del torneo. Larbitro Gama annulla per un inesistente fuorigioco una rete di Costantino e la Lazio, si porta in vantaggio per 2-1. All88 la Lupa pareggia con una violentissima punizione di Bodini e si getta in avanti alla ricerca della terza rete. Il pallone termina in fallo di fondo, ma quando De Micheli si reca a recuperarlo, Giorgio Vaccaio, futuro numero uno della FIGC, con un calcio lo allontana. Ne nasce una rissa che come conseguenza vedrà la squalifica per una giornata di Campo Testaccio, 4 turni per De Micheli, tre per capitan Bernardini e per Attilio Ferrarsi. La domenica seguente la Roma perderà per 5-0 a Milano contro lAmbrosiana e addio sogni di gloria.
Ci spostiamo al campionato 1941/42, torneo che secondo alcuni bene informati la Roma avrebbe vinto grazie agli aiuti della classe arbitrale per volontà di Benito Mussolini. Il 26 aprile 1942, però, il Duce si deve essere
leggermente distratto, perché la Roma, seconda in classifica ad un punto dal Torino, si reca in visita al Venezia, che a sua volta la insegue a una lunghezza. Al 21 Diotalevi batte a rete, a meno di tre metri da lui, cè il terzino della Roma Andreoli che non riesce a smaterializzarsi e la palla colpisce il suo braccio. Per Ciamberlini è calcio di rigore
Masetti, però neutralizza il penalty e la Roma espugna il Pierluigi Penzo.
Andiamo allora al 10 maggio 1942, questa volta la Roma visita laltra rivale per lo scudetto, il Torino, a cui è appaiata con 32 punti. Vincere sarebbe di straordinaria importanza. Invece i nostri pareggiano, ma con un piccolo particolare che ci sentiamo di evidenziare, larbitro Galeati, splendidamente coadiuvato dai guardalinee Mattucci e Caprioli annulla due reti (due..) ad Amadei. Evidentemente anche quel giorno Mussolini si era distratto prima di riprendere le sue trame segrete a nostro favore. Nel campionato 1980/81, facciamo mancia dellepisodio legato al gol di Turone, lo regaliamo volentieri a chi non ama fare i conti con la storia e ci permettiamo di ricordare il peccato veniale dellarbitro Menicucci di Firenze, che nella gara AvellinoRoma del 24 maggio 1981, non concede un calcio di rigore apparso ai più evidente, per un fallo subito da Carlo Ancelotti.
Ci spostiamo al 6 marzo 1983. Lincontro in cartello è quello tra la Roma e la Juventus. Vincendo, la Roma conquisterebbe di fatto il suo secondo scudetto (che come ci ricordano gli affezionati detrattori di questi colori
arrivò per volontà del Papa per festeggiare lanno santo...). Della volontà del pontefice, evidentemente, non sono stati informati i due guardalinee dellincontro. Quando infatti Paolo Roberto Falcao batte Zoff al 17 del secondo tempo, la bandierina di uno dei collaboratori di Barbaresco si alza al cielo. Ad indicare cosa? Non certamente la volontà del Papa Re, che come ci hanno spiegato in seguito palpitava per le nostre fortune. In pochi rileveranno lepisodio, tra questi il presidente Viola, che a fine gara, commentando la sconfitta dichiarerà: «Non sono arrabbiato ma inquieto. La mia inquietudine è nata quando sul gol di Falcao ho visto un guardalinee sventolare ». Tanto per la cronaca mettiamo anche a verbale la rete del 2-1 siglata da Brio fra le inutili richieste di off side della truppa giallo-rossa.
Ultimo balzo della nostra ricostruzione e ci spostiamo nel XXI secolo, per considerare come quando gli arbitri sbagliano a favore della Roma (succede
succede), possano essere inseriti in una fisiologica rotazione per
favorire i più in forma. E il caso dellarbitro Messina, che dopo aver compiuto degli errori a favore della Roma nella gara contro la Fiorentina del 23 settembre 2001, viene fatto riposare per quattro turni... considerando che
allepoca il gettone di presenza era superiore ai 5 mila euro si può capire, quanto pesante sia stata questa sanzione. Sempre nello stessa stagione, Collina (proprio lui), dopo i due calci di rigore assegnati in favore della Roma nel corso di Venezia Roma del 10 aprile, venne escluso, nelle ultime quattro gare di campionato dalla possibilità di arbitrare le gare di Roma, Juventus e Inter. Siamo sicuri che con pari rigore, vedremo inserire Rosetti nella medesima rotazione, per favorirne un pronto ritorno alla forma ideale. La gara con il Milan, ci ha fatto anche tornare, disordinatamente alla memoria, il match a San Siro del 7 dicembre 2002. Antonio Maglie del C.d.S. scrisse: «Inzaghi il gol partita non avrebbe dovuto segnarlo per due motivi: in primo luogo perché Collina avrebbe dovuto espellerlo per una gomitata rifilata qualche minuto prima a Zebina, in secondo luogo perché la palla in occasione della rete se lè aggiustata, sul lancio di Pirlo, fraudolentemente,
con una mano».