Aggancio Champions

21/12/2009 09:44

La chiave Il Parma è la classica squadra di Guidolin, densità ovunque e traffico congestio­nato soprattutto nella propria metà campo. Una distruzione sistematica e organizzata del gioco altrui abbinata però, al­meno in questa circostanza, a una incapacità di rovesciare il fronte cui la Roma, in eccellen­ti condizioni fisiche, non è estranea. Ecco confezionata la partita a senso unico dove il problema è solo quello, non fa­cile, di riuscire a sbloccare il ri­sultato. In questi casi, le palle inattive risultano spesso decisi­ve, e infatti il gol che sblocca il match arriva dall’ennesimo corner di Pizarro, dal quale scaturisce la mischia risolta da Burdisso. La reazione del Par­ma, che nel primo tempo ave­va rischiato solo sul tiro di Bri­ghi, è insignificante. Sarà la Roma, liberata dall’assillo del gol, a dominare fino al recupe­ro, quando dopo tante occasio­ni (incluso il palo di poi costretto ad abbandonare) ar­riverà il raddoppio di Brighi.

Roma tosta Il vecchio 4-2-3­-1 non è più il marchio di fabbri­ca di Spalletti. Ranieri lo ha fat­to proprio (a volte in versione rombo), e ha anche individua­to in Brighi il vice Perrotta (squalificato). Questione di ra­pidità negli inserimenti, quel­lo di cui ha bisogno , ieri formato ridotto a prescindere dall’infortunio. La squadra è tonica, Juan, migliore in cam­po, dà sicurezza a un reparto che ha riscoperto in Cassetti un ottimo fluidificante. E’ lì, sulla corsia destra, che Casset­ti e Taddei (altra resurrezio­ne) hanno sfondato con gran­de efficacia. Anche per Okaka (subentrato a e presto sti­rato) e per Baptista (subentra­to a Okaka) ci sono state bricio­le di gloria. Buon segno.