15/12/2009 14:00
Il campionato è diviso in tre fasce: cinque squadre da trentasei e ventotto punti: qui si vola alto. Nove da venticinque a ventitrè: qui può succedere di tutto. Sette squadre, infine, da diciotto a nove: qui si soffre. La Roma a Genova avrebbe meritato di più. Ma anche così, a venticinque, trova la strada spianata: dipende da che cosa vuol fare da grande. Domenica affronta il Parma, quarto a ventotto: vincendo, entrerebbe in zona Champions. Non solo: Milan e Juve sarebbero a pochi passi. Potrebbero diventare un obbiettivo in un mondo calcistico in cui i primi tre posti non fossero assegnati per nobiltà e ricchezza. Quindi si badi al sodo.
A Genova una buona Roma, solida in difesa come vuole Ranieri e brillante in avanti secondo il costume di Spalletti, di cui si sono riviste alcune giocate. Cè chi chiede coraggio. Ossia: più attaccanti per vincere. Come se i successi dipendessero dal numero delle punte: in questo caso tutti metterebbero almeno cinque centravanti, come nel calcio dei primi calci del mondo. Vince chi cerca e trova spazi. Per questo Ranieri ha tenuto larghi Totti e Vucinic: in mezzo dovevano finire, via via, De Rossi, Brighi e Perrotta. Poi capita, come può capitare, che Perrotta fallisca il gol ed è tuttaltra storia. Rivisto con piacere il Taddei di una volta: mollarlo sarebbe un errore. Nel pacco dono natalizio per Spalletti sono altri i giocatori da mettere.
Non si sentono insulti rivolti alla società: come sempre, dipende dai risultati. Eppure Rosella è sempre la stessa. Quella che due anni fa poteva vincere lo scudetto; la Rosella del quarto e drammatico anno di Spalletti; la presidentessa di Ranieri.