07/12/2009 12:11
Mexes e Okaka a bordo campo, mentre il trentaduenne bresciano si concede alle telecamere di Sky, lo sottopongono a scherzi e festeggiamenti di ogni genere, anche con schiaffi sulla testa. Ma lui, il mattatore della stracittadina, non fa una piega e continua a parlare. E un fiume in piena. «Quando ho fatto gol - prosegue - non ho neanche avuto la forza di esultare, tanto ero frastornato. Lì per lì non mi sono reso conto di quello che avevo appena fatto. E il gol più importante della mia vita e della mia carriera calcistica. Anche più di quelli realizzati due anni fa contro lo Sporting Lisbona in Champions League e con lInter, a San Siro, in campionato». Perché la Roma, nonostante una classifica migliore e un organico più forte, soffre sempre le sfide con la Lazio? «Sono quattro anni che gioco per questa squadra e in questa città. Abbiamo sempre fatto fatica, contro i biancocelesti, ad esprimere il nostro gioco. Perché? Si vede che siamo frenati a livello psicologico, non mi saprei dare una spiegazione diversa».
Un mese fa, quando la Roma stava attraversando un momento difficile, ti saresti aspettato una partita così? «Ho sempre creduto nei mezzi a disposizione della nostra squadra, grandi potenzialità inespresse. Ma ora stiamo tornando quelli di qualche anno fa. E stato difficile, ma stiamo tornando su quei livelli ». Assediato dai microfoni di televisioni e radio, il difensore dorigine bresciana non si ferma più: «Sono contento di avere dato questo contributo al popolo giallorosso. E stato il destino, io che sono il numero 77 ho realizzato il gol al settantasettesimo minuto. Dedico il successo a mia moglie che se lo merita. Dire che ora sono euforico è riduttivo. Dopo il gol non sapevo cosa fare, si vede che ci sono poco abituato. Ero in trance».
Cosa ti ha detto Vucinic? «Non ho sentito nulla cera un frastuono spaventoso. Io ho fatto gol e va bene, sono contentissimo. E una serata che porterò sempre con me e che racconterò ai miei figli quando saranno grandi. Il gol? Lavrei voluto prendere un po più dietro il pallone, però va benissimo così, non mi posso certo lamentare. Chiunque gioca nella Roma sogna una serata così. Ma il merito è anche di Julio Sergio, che ha fatto delle parate straordinarie ». Cassetti, oltre ad aver dedicato il gol alla moglie, le ha urlato "ti amo" dai microfoni posti a bordo campo, un po come fece Batistuta ai tempi di Firenze con la consorte Irina. Non sarà un campione, il terzino destro giallorosso, ma ormai anche lui sarà per sempre nella storia dei derby. Quelli vinti dalla Roma.