12/12/2009 09:29
Un curriculum simile a quello di Giovanni Trapattoni, vero e proprio giramondo: prima di arrivare alla guida della nazionale irlandese, il «vecchio» Trap ha allenato in Germania, Portogallo e Austria, vincendo dappertutto. E anche stavolta, magari con l'aiuto dell'acqua santa, l'impresa era dietro l'angolo: se non fosse stato per la mano malandrina di Titi Henry, la sua Irlanda starebbe ancora festeggiando un'insperata qualificazione mondiale.
Carletto Ancelotti, invece, non teme colpi di mano. Il Chelsea sta dimostrando la sua forza a suon di vittorie. Primo in Premier League, primo nel girone di Champions, sono lontani i tempi in cui il tecnico emiliano veniva esonerato dalla Juventus per i «troppi» secondi posti in campionato. I sette anni trascorsi a Milanello hanno arricchito il palmares di Carletto e accresciuto la sua reputazione internazionale: se Abramovich avesse deciso di puntare su un altro allenatore, il tecnico emiliano sarebbe probabilmente finito sulla panchina del Real Madrid. Non proprio un ripiego. In Premier allena anche Gianfranco Zola. Lo scorso anno «Magic box» è tornato a Londra - dove aveva incantato i tifosi del Chelsea tanto da meritare il titolo di «sir» ed essere nominato membro onorario dell'Ordine dell'impero britannico - per sedersi sulla panchina del West Ham. Tra qualche alto e molti bassi, l'ex fantasista di Oliena è sempre molto amato dal popolo inglese.
All'estero sono finiti pure Edy Reja - emigrato a Spalato per guidare l'Hajduk dopo i quattro anni trascorsi a Napoli e la fantastica risalita in Serie A - e Andrea Mandorlini, successore di Maurizio Trombetta in quel di Cluj, antica capitale della Transilvania nonché simpatica squadra romena. Chi sarà il prossimo? Magari Roberto Mancini, liberato a suon di milioni da Moratti: sembrava dovesse sbarcare a Madrid, sponda Real, viste le difficoltà dei nuovi Galacticos di Pellegrini. Così non è stato, almeno per ora.