Julio Baptista ora o mai più

12/12/2009 10:41

TRE OCCASIONI - Gli re­stano tre partite in 8 giorni per cambiare sen­sazioni e prospettive. Per Julio Baptista è tem­po di dimenticare i ri­cordi e attualizzare se stesso. Nel cal­cio nemmeno i fuoriclasse possono campare tanto a lungo di rendita. Fi­gurarsi i giocatori normali. Bravi ma umani. Baptista in questa stagione ha un curriculum avvilente: 7 presenze in campionato - nessuna da titolare ­per un totale di 150 minuti giocati e nemmeno un tiro in porta (!); 3 pre­senze ( 184 minuti) in Europa League senza lasciare mai il segno. Sampdo­ria, Cska e Parma, prima di Natale e prima dell’apertura del mercato in­vernale, sono occasioni da sfruttare.

SQUADRA AMICA - L’appuntamento più favorevole sembra proprio quello di domani sera. Julio Baptista alla Sampdoria ha segnato una doppietta non solo a Marassi, ma anche nella partita d’an­data all’Olimpico, recu­perata dopo l’acquazzo­ne che stava facendo straripare il Tevere. Una delizia su punizione, poi un’azione personale degna del perio­do migliore della sua vita. Quattro gol tutti a Castellazzi, uno dei portieri più interessanti del momento, che sarà in campo anche in questa serata geno­vese. In più, gli spazi nella formazio­ne si sono improvvisamente aperti grazie a Menez, che ormai ha conqui­stato un posto di fiducia nel “triden­te” di Ranieri ma si è fatto ­re per l’ammonizione rimediata nel derby. Stavolta Baptista ha una pic­cola speranza di giocare titolare, o co­munque di essere utilizzato come pri­mo cambio. Che è già qualcosa.

AH, IL MONDIALE - Il tempo stringe. Qualunque sia il suo fu­turo nella Roma, c’è an­che la Nazionale da di­fendere. Julio Baptista è uno del gruppo, piace a Dunga e ai compagni brasiliani per la sua par­tecipazione non preten­ziosa ai ritiri e alle parti­te, ma ha bisogno di gio­care ( bene) per meritarsi la convoca­zione ai Mondiali. Perché se a Trigo­ria la concorrenza è forte, nel Brasi­le è quasi devastante. Ci vuole molto per respingerla. Non basta essere un gattino, serve la vera Bestia, il « leone di Siviglia » che ha chiesto Ranieri. Da subito.