La Romazzurra e un Cassano indiavolato

13/12/2009 10:55

Tris azzurro Di sicuro quando vedrà sfilare i suoi «amici» (che ieri ha aderito a una campagna contro l’inquinamento), e Simone Perrotta un sus­sulto ce l’avrà: perché i reduci dei suoi anni d’oro giallorosso hanno chance mondiali e lui in­vece resterà a casa? Andiamo con ordine. Capitan ha da­to appuntamento a primavera. «Con mister Lippi ho un rappor­to straordinario, a marzo-apri­le faremo il punto e vedremo se sarà il caso di andare in Sudafri­ca ». Riguardo a , è qua­si inutile ricamarci su: Daniele è diventato uno dei leader del­la Nazionale. Per questo quan­do anche lui ha dovuto affron­tare lo spinoso tema relativo a Cassano, non ha cercato giri di parole. «Antonio è forte — ha detto — ma ce ne sono altri di attaccanti forti che non sono convocati». Come dire, ad un certo punto bisogna anche far­sene una ragione di una boccia­tura. Storia diversa quella di Perrotta. Negli ultimi tempi gli infortuni e la voglia di esperi­menti di Lippi sembravano aver archiviato il suo rapporto con l’azzurro, ma il crescere delle sue prestazioni e la rinno­vata stima mostratagli dal com­missario tecnico gli ha consen­tito di fare «outing», ovvero di chiarire bene il suo progetto. «Anche nel 2006 secondo qual­cuno non sarei dovuto andare al Mondiale — ha spiegato — invece all’ultimo momento so­no stato aggregato, ho giocato tutte le partite ed è finita come sappiamo tutti». Cioè in gloria.

Snodo doriano Insomma, a pen­sarci bene Cassano ha tutti i motivi del mondo per immalin­conirsi ed altrettanti per cerca­re rivincite immediate. Occhio però alle pietre miliari. Quali? Quelle che la Roma ha posto ne­gli ultimi anno nel giardino do­riano. Due su tutte. Dicembre 2005: la squadra di Spalletti, in piena emergenza, prova Tot­ti centravanti unico nel . Finì 1-1, ma cominciò la favola del capitano goleador e la cavalcata indimenticabile di quegli anni. Novembre 2006: cross di Cassetti e sini­stro al volo di . Risultato? Uno dei gol più belli della car­riera del numero dieci, col Fer­raris in piedi ad applaudirlo no­nostante la sconfitta casalinga per 2-4. Insomma, a conti fatti un paio di buoni motivi per te­mere la Roma. La voglia di Mondiale, poi, metterà le ali ai piedi di quel terzetto di reduci dell’era Cassano. Mille anni fa o giù di lì.