18/12/2009 10:13
Ecco, in questo Ranieri - possiamo dirlo nella prima fase di bilancio che non riguarda solo l'Europa League - è stato bravissimo. Fortunato e determinato ha raccolto una eredità pesante, zero punti in classifica dopo due partite, ha fatto i conti con una realtà micidiale - il debutto in Europa League a Basilea è stato quanto meno scioccante - e s'è messo lì, a lavorare. Così adesso il quarto posto, l'obiettivo che anche Spalletti alla vigilia del campionato riteneva ragionevole, è tornato a portata di vittoria, mentre la difesa - il vero tallone d'Achille della squadra giallorossa, da un anno e mezzo a questa parte - da tre gare non subisce gol.
Ma al netto di tutte queste considerazioni significative e qualificanti, c'è un altro aspetto che deve essere sottolineato. L'attenzione di Ranieri verso i giovani. È stato, da sempre, il suo marchio di fabbrica. In Italia, ma anche in Europa, col Valencia e col Chelsea Claudio Ranieri ha sempre dato un occhio al vivaio senza avere il timore di rischiare qualche ragazzo debuttante che, spesso, si è rivelato essere un campione. Ecco, la storia si ripete anche a Roma. Ed è una storia nuova, perché con tutto il dovuto e necessario rispetto per quanto fatto da Spalletti nel suo brillante ciclo, quello del vivaio giallorosso restava un aspetto secondario, se non addirittura ignorato. Un particolare non da poco, considerando che le tribolazioni finanziarie di Italpetroli - la società controllante della Roma - costringono da anni la famiglia Sensi e non essere attiva sul mercato.