19/12/2009 13:30
Gli ho fatto la mia richiesta e ha accettato subito. A questo punto credo che avrei dovuto chiedergli di più...» .
Ranieri compatta il Parma, gli ridà autostima, il calendario e soprattutto Giuseppe Rossi, in prestito dal Manchester fanno il resto. Il Parma si salva quando ormai in pochi ci speravano. Ranieri ha vinto la sua scommessa. Subentrando nel Parma a febbraio si è rilanciato in un campionato, quello italiano, che pareva averlo dimenticato. Tra l'altro viaggia con uno staff tecnico (Damiano, Capanna, Pellizzaro) di prim'ordine, che contribuisce non poco ai suoi risultati. A fine stagione Ghirardi vorrebbe rinnovare con Ranieri, ma il tecnico dice no, grazie, lusingato prima dalle megaofferte del Manchester City e poi conquistato da quelle della Juventus.
Non è la prima volta, peraltro, che il Parma ritrova Ranieri da avversario. Con la Juve ci sono già tre precedenti. Il primo in Coppa Italia, con i bianconeri che passano a Parma e eliminano i crociati al primo turno nell'agosto 2007. Gli altri due in campionato: un rocambolesco 2-2 all'andata al Tardini con la Juve capace di rimontare due gol e Chiellini e Morfeo espulsi per reciproche scorrettezze, al ritorno invece è un agevole 3-0 contro un Parma ormai esanime in cui Cuper aveva lasciato a casa Lucarelli e Budan per farli riposare.
Sarà, Roma-Parma, una gara segnata dagli ex: Ranieri, Panucci, ma anche Galloppa, da poco arrivato nel giro della Nazionale dopo essere cresciuto nel vivaio giallorosso. Dopo due stagioni a Siena qualcuno pensava che potesse tornare alla casa-madre, invece è finito al Parma. «Giocare con la Roma è senza dubbio diverso rispetto a giocare con il Siena, per l'importanza e la risonanza che la squadra della capitale ha, però io non ho nessun rimpianto, perché comunque il giocatore che sono adesso non lo ero due anni fa, e non lo ero cinque anni fa quando sono andato via da Roma, e spero di non essere un domani il giocatore che hanno lasciato loro. Spero sarà una crescita continua. Io sono andato via da Roma per farmi le ossa, perché là non c'era spazio, e lontano da Roma ho sempre trovato costanza nel giocare: questo mi ha fatto crescere, però indubbiamente davanti a me avevo giocatori più forti. E poi avevo bisogno di giocare con continuità perché la continuità e la costanza sono fondamentali per un calciatore. Sicuramente non ero un calciatore da Roma prima; adesso sono cresciuto e forse potrei farne parte, ma lo dico senza rimpianti» .
Capitolo-formazione: Biabiany, uno che con la sua straripante velocità poteva far male alla Roma, è rimasto a casa per infortunio. Non convocati neppure Mariga, Manzoni e Cordoba. Rientra invece Bojinov che, memore dell'eurogol rifilato in settembre alla Lazio, spera di partire titolare. Ma ci spera anche Amoruso, anche lui in gol contro i biancazzurri. Domenica ha iniziato in panchina e Guidolin ha motivato la scelta spiegando che «Amoruso soffre il freddo » : «E' vero - ha scherzato ieri l'attaccante - ma solo in allenamento. Lì sì che tardo a riscaldarmi. In partita invece l'adrenalina mi fa dimenticare le condizioni climatiche» .