21/12/2009 10:55
Dopo 19 mesi, dal 18 maggio 2008 al Massimino di Catania quando per unora ebbe lo scudetto sul petto nellultima giornata di quel campionato, la Roma è di nuovo e con merito in zona Champions, per la prima (unica) volta nel 2009 che calcisticamente è finito ieri. Giusto in tempo, insomma, e grazie al successo sul Parma, 2a 0, risultato stretto e in questo senso bugiardo i una gara preparata perfettamente da Ranieri che sta dando il meglio di se stesso con la sua squadra del cuore e nella sua città. Prendendosi anche una bella rivincita suqueidirigentibianconerichela scorsa primavera lo misero alla porta senza un perché: da quando è sulla panchina giallorossa, prima gara il 13 settembre a Siena, ha conquistato quattro punti in più di Ferrara che nel maggio scorso lo sostituì alla Juve. Ma sono i numeri della Roma a rendere ancora più evidente il lavoro di Ranieri che ilprimo settembre prese questo gruppo, fragile e disorientato, allultimo posto in classifica, zero punti e sei gol subiti in due gare. La vittoria sul Parma è il decimo risultato consecutivo tra campionato ed Europa League (8 successi e 2 pareggi, a San Siro con lInter e a Marassicon la Sampdoria), ritrovandosi dopola sconfitta diUdinedel 28 ottobre per il quattordicesimo posto e ripartendo il 1˚ novembre per linizio della striscia positiva. Che non porta solo punti e successi. Ma anche certezze.
Perché per la terza gara consecutiva del torneo Julio Sergio non prende reti (le gare diventano quattro, con quella di mercoledì scorso a Sofia: contro il Cska, però, in porta cera Lobont): il brasiliano esce dalla sfifa ingiudicabile. Nemmeno uno spavento e nessuna parata. Il Parma assiste allesibizione giallorossa, e a parte qualche calcione del solito Paci espulso con ritardo (al quarantaduesimo della ripresa e per doppia ammonizione) da Tagliavento e di Lucarelli, dà la sensazione di aver snobbato limpegno, anticipando le feste e lasciandosi raggiungere dai rivali al quarto posto senza opporre resistenza. Resa totale. Ranieri parte e finisce con il 4-3-1-2, assetto scelto per dare equilibrio alla Roma e non ritrovarsi in inferiorità numerica a centrocampo, visto che Guidolin insiste con il 3-5-2. Non ripete, dunque, lerrore commesso nel primo tempo del derby nella ripresa, contro la Lazio, passò proprio al rombo). Ecco Pizarro basso davanti alla difesa, efficace e al tempo stesso chic, interditore e regista. Juan gli copre alla grande le spalle. Davanti al cileno a destra Taddei e a sinistra De Rossi, con Brighi vertice alto. Accanto a Totti cè Vucinic che si sveglierà solo nella fase finale del match. La Roma ha una grande pazienzaeuninvidiabile solidità.
E sempre padrona della situazione, dimostrando maturità e carattere. Nella prima parte tira solo con Brighi e attende la ripresa per andare a vincere la gara. fa centro al quarto Burdisso, piatto destro dopo rinvio di tacco di Amoruso su tiro di Taddei che riceve da Pizarro dallangolo. Totti uscirà a metà tempo per un calcione di Paci al ginocchio operato (solo un trauma contusivo) e dopo aver colpito il palo al settimo: destro deviato da Mirante che sta qualche passo avanti. Cè Okaka per il capitano, ma si farà male dopo un quarto dora: entra Baptista che nella circostanza si ricorda di essere la Bestia. Da qualche minuto in campo pure Motta per Taddei, stanco per il lavoro di copertura. Chances per tutti: Vucinic, Motta, Okaka, De Rossi e Baptista. Guidolin dopo unora con tre punte: prima Lanzafame per Dzemaili, poi fuori Amoruso per Antonelli. E nel finale anche Paci centravanti che però si fa cacciare: lite con De Rossi e un giallo a testa, il secondo per il difensore. Nel recupero il raddoppio di Brighi, destro sul primo palo, su iniziativa di Vucinic, e abbracci e baci. Per la zona Champions e il Natale. E anche per Panucci, ex coccolato dallaSud e applaudito da tutti.