Spalletti, zar di San Pietroburgo. 100 milioni per rifare lo Zenit

12/12/2009 11:32

Oggi il condottiero di Certaldo riparte e lo fa a 3000 km di distanza dalla Capitale, ma, soprattutto, dall’Italia: San Pietroburgo è la sua nuova dimora, lo Zenit la squadra che allenerà per i prossimi tre anni con un contratto blindato da 4 milioni a campionato. Spalletti sconfina e, con lui, l’immagine di un calcio divertente, di qualcosa che sembrava aver rispolverato anche alle nostre latitudini l’abitudine a commentare il bel gioco fine a se stesso. La «sua» Roma ha, spesso, fatto luccicare gli occhi e per due stagioni è stata il fiore all’occhiello del calcio tricolore in dove ha terminato la propria corsa al traguardo dei quarti di finale.

«Ha abbandonato la nave nel momento più triste...», disse Rosella Sensi il giorno dopo l’addio del tecnico toscano. I più maligni annacquarono il gesto delle sue dimissioni (la rinuncia ai 4 milioni di contratto) perchè sicuri di un accordo con lo Zenit già nelle tasche di Spalletti dal momento in cui si decise a rompere gli indugi. Di sicuro, l’esistenza di contatti fra i rappresentanti della Gazprom, colosso petrolifero che ha in mano le sorti del club russo, e il tecnico toscano risale già all’estate scorsa.

Ma altrettanto certa era la volontà di Spalletti di aspettare fino all’ultimo prima di sposare il progetto-Zenit in attesa di capire se la panchina di Leonardo si potesse liberare sotto i primi colpi alla rovescia del campionato. Spalletti riparte dalla Russia. Un blitz su un aereo privato della società e, poi, la firma seguita dall’annuncio all’unanimità del consiglio d’amministrazione del club con i colori bianco e azzurri. A San Pietroburgo, il tecnico ex giallorosso porterà la famiglia, i figli hanno già scelto la scuola, la à li ha incantati. «Restituisce la gloria al nostro calcio, benvenuto Luciano...», uno dei messaggi sui forum dei tifosi mentre le edizioni on line dei quotidiani parlano di uno «Zenit che ha cominciato a vivere all’italiana...».

Spalletti ha ricevuto il mandato per vincere lo scudetto 2010 strappando il titolo ai rivali del Rubin Kazan, ma anche il messaggio di riportare la squadra fra le grandi d’Europa perchè le vittorie in Coppa Uefa e Supercoppa Europea del 2008 non rimangano un caso isolato. Il resto lo farà una società pronta a mettere a disposizione del timoniere toscano una cifra intorno ai 100 milioni di euro per l’acquisto di otto o nove giocatori che Spalletti ritiene utili al suo lavoro. I nomi? La priorità è un attaccante, Iaquinta («Lui, ad Udine, mi ha tirato fuori certe qualità che io da solo non riuscivo a trovare», così lo juventino) o Huntelaar sono in prima fila.

Poi, servirà un interprete in grado di svolgere il ruolo di guastatore dietro la linea d’attacco, identikit che porta dritto a Perrotta anche se i dirigenti russi preferirebbero investire su giovani talenti. Nella lista c’è spazio anche per Pizarro, fedelissimo di Spalletti, e Mannini. Fra un mese partirà la nuova avventura dello Zenit, club che si porta dietro il problema della tifoseria più razzista d’Europa: quando i dirigenti erano ad un niente dall’acquistare Zè Roberto, la pista fu abbandonata perchè i tifosi non volevano un giocatore di colore (l’Uefa ha anche multato la società per cori razzisti o il lancio in campo di banane). La prima di Spalletti sarà a Dubai, al caldo e agli ordini dell’ex giallorosso che svolgerà parte della preparazione anche in Italia. «A San Pietroburgo hanno soldi che nessuno si immagina...», raccontano gli operatori di mercato.