24/01/2010 12:23
Balla, Roma. Balla con i tuoi giocatori e i tuoi tifosi, come a Madrid, come a Lione, come nelle notti milanesi delle coppe, come nellultimo derby, come una notte da raccontare ai nipotini, come un sogno che si realizza qui, nello stadio di mille ricordi, altrettanti rimpianti con alcuni di questi ultimi che non moriranno mai. Balla, Roma, come quando quel norvegese che gioca con la maglia a maniche corte in una notte da meno sei che per lui è come fosse primavera o giù di lì, ha fatto subito dopo quella capocciata da delirio, secondo minuto di recupero, ennesima, straordinaria giocata di un Pizarro che bisognerebbe fargli un monumento, un cross che è una pennellata, il roscio ci arriva che sembra che la partita sia cominciata da pochi minuti, il rumore della capocciata che si sente quasi in tribuna, il pallone gonfia la rete e «il norvegese napoletano » come lha definito Ranieri, parte in quarta verso quello spicchio giallorosso, invasato verso gli invasati e lo diciamo come un sincero e sentito complimento. E lì comincia una festa che chissà quando finirà, il roscio si gira per invitare i compagni, non cè bisogno, arrivano tutti che basta guardarli negli occhi per capire quello che stanno provando, già si sa che i due minuti che mancano al termine del recupero non cambieranno il risultato, da troppo tempo si sta aspettando una notte così, una notte di magia, una notte da Roma.
Canta, Roma. Canta la tua gioia, la tua felicità, la tua rivincita, la tua soddisfazione per unimpresa da squadra vera, undicesimo risultato utile in campionato, otto vittorie e tre pareggi, roba da scudetto, quindicesimo se si considerano anche le coppe, non ci fosse stato quellinfortunio di Toni ( speriamo bene) sarebbe stata una notte perfetta. Canta, Roma e sii orgogliosa della tua gente che uscendo dallOlimpico che sembra quello di Roma urla la sua gioia, un popolo che non ti lascerà mai sola, basta che glielo consentano. Quello stesso popolo che a mezzanotte e mezza cominciava già ad affollare gli arrivi nazionali dellAeroporto di Fiumicino, in attesa del rientro della squadra. Sullaereo copn la squadra cera anche Antonello venditti, entusiasta, felice, che annunciava che avrebbe cantato Grazie Roma anche sul volo.
Ad attenderli, ad unora e mezza dalla fine della partita erano già una cinquantina i sostenitori giallorossi armati di sciarpe e bandiere, al settimo cielo. Man mano che si è avvicinata lora del rientro nella Capitale della squadra, alle due, la gente è aumentata.
E una notte romana. Persino a Torino. E noi stiamo andandogli incontro.
Invidiateci.