19/01/2010 10:23
La Roma può infatti vantare la militanza nel proprio roster ideale, di 21 campioni del mondo in carica: Masetti (34-38), Guaita, Allemandi, Monzeglio (34-38), Serantoni, Donati, Ghiggia, Bruno Conti, Vierchowod, Graziani, Berthold, Voeller, Haessler, Aldair, Cafu (94-2002), Paulo Sergio, Candela, Totti, De Rossi, Perrotta, Toni. Il primo settembre 1935, nel corso di unamichevole contro una selezione jugoslava lAS Roma schierò in campo tre campioni del mondo: Masetti, Monzeglio e Guaita. Il primato era destinato a resistere poche settimane, visto che per la stagione 35/36, la squadra aveva a sua disposizione il neoacquisto Luigi Allemandi, ma dopo le amichevoli contro il Livorno e la Fiorentina, Guaita fuggì assieme a Scopelli e Stagnaro impedendo di fissare a 4 il record dei campioni del mondo in carica messi in campo dalla Roma in una gara. Il Corsaro Nero si era dileguato temendo di essere richiamato alle armi per prendere parte alla campagna dEtiopia e il regime, in un involontario gesto dironia, il 22 settembre 1935, per il debutto in campionato dei giallorossi contro il Torino, riempì Campo Testaccio di centinaia di militari in perfetta divisa coloniale, in partenza per lAfrica Orientale. Così mentre sul tema di Faccetta nera veniva composta una micidiale canzoncina con intenti consolatori (una strofa recitava: si abbandonatte so stati in tre de giallorossi centomila so co te), la Lupa perdeva il proprio trio dargentini, lo scudetto (sfuggito per un solo punto) e la possibilità di ritoccare il record degli iridati in campo.
Per centrare lobiettivo occorrerà attendere il 25 settembre 1938. Quel giorno a Genova, contro il Liguria dellex Bodini, Guido Ara spedì in campo Masetti, Monzeglio, Serantoni e Donati, quattro reduci della rosa che Pozzo aveva portato al trionfo di Parigi poco più di tre mesi prima. In seguito, negli anni che vanno dal 1939 al 1953, la Roma non ha potuto vantare nessun iridato, il digiuno venne rotto dallarrivo della stella uruguaiana Alcide Ghiggia (indimenticabile il suo debutto con gol il 13 settembre 1953 contro il Genoa). In seguito, per rivedere dei campioni del mondo dalle parti del Colosseo occorrerà attendere la stagione di grazia 1982/83.
La squadra di Liedholm che si appresta a fare suo il titolo, può contare su due reduci dalla spedizione di Spagna, Bruno Conti e Pietro Vierchowod (che disputano la prima amichevole assieme il 25 agosto 1982 nel corso di Roma Inter 4-3). La stagione successiva, a darman forte ai due arriva Francesco Graziani, ma il russo Vierchowod, è costretto a malincuore a fare le valige destinazione Genova blucerchiata. Per assistere ad un nuovo arcobaleno iridato occorrerà attendere i mondiali romani del 1990. A volare verso la Coppa più
preziosa è Rudy Voller e al suo fianco il modesto Thomas Berthold (i due si troveranno assieme da neo campioni del Mondo già nellamichevole contro il Benfica del 19 agosto 1990), che non riesce a rimanere nella capitale il tempo sufficiente per unirsi a Tommasino Hassler che arriva nella stagione 91/92 (il 22 settembre
1991 nel corso di Roma Genoa la sua prima assieme a Rudy) .
Per tornare a vedere lasticella aggrapparsi al numero tre, bisogna spostarsi alla stagione 97/98 arricchita
da una folta colonia brasiliana (il 2 settembre 1997 nella goleada contro il Verona terminata 5-3 si vedono in
campo Cafu, Paulo Sergio e Aldair). Negli anni a venire, prima di Germania 2006, registriamo il titolo di Vincent Candela e il secondo mandato iridato di Cafu (che passa alla storia come il primo tesserato dellAS Roma ad aver alzato la Coppa del mondo da capitano). Dal 24 aprile 1939, dunque (vale a dire dalla gara di quarti di finale di Coppa Italia disputata allo Stadio Civico Arena di Milano contro lAmbrosiana Inter), i tifosi della Roma attendono di vedere nuovamente quattro campioni del mondo giocare in maglia giallorossa. Cè da dire inoltre che tra i quattro iridati del 1938, Masetti e Donati, pur meritandolo, non erano mai stati utilizzati da Pozzo, Monzeglio aveva disputato solo la gara desordio contro la Norvegia e lunico titolare inamovibile era stato Serantoni. Lepopea di Berlino 2006, ci ha invece consegnato quattro protagonisti assoluti, tutti scesi in
campo nella finalissima, nel corso della quale Toni colpirà una traversa e si vedrà annullare una rete apparsa
ai più regolare, mentre De Rossi, andrà a segno nella risolutiva sfida ai calci di rigore. La sfida contro la Juventus, dunque, oltre ad essere un incredibile assist per Marcello Lippi, che vedrà in campo una concentrazione assolutamente formidabile di possibili azzurrabili in vista del Sudafrica, mette in condizione Claudio Ranieri di scrivere una pagina di storia della Roma, chiamando in campo 4 titolari campioni del mondo, un assoluto inedito nella nostra storia.