I due gol di Toni, quello di Totti

19/01/2010 09:10

puro e sano. Vedevo in tutti i telegiornali con la maglia dell’Unicef e con la voce di un padre.

Raccontava: “Ho visto in tv le immagini di una tragedia immane, quando sei papà di due bambini capisci cose che prima non capivi…”. aveva visto i bambini di Haiti e istinto e ragione gli avevano detto cosa fare, subito. Una telefonata ai referenti italiani dell’Unicef. “Perché ho pensato che nessuno poteva restare fermo. Ho chiamato e chiesto di venire a Trigoria per girare un video messaggio per chiamare a raccolta tutti noi”.

E quindi eccolo in tv, su tutte le tv: “Sono , di fronte alla tragedia dobbiamo tutti dare il nostro contributo per aiutare i bambini che sono rimasti soli, hanno perso i loro genitori, non hanno più una casa, una scuola. E hanno bisogno di tutto: acqua pulita, assistenza sanitaria, cibo, protezione. Non possiamo

restare a guardare. Vi prego, rispondete tutti all’appello. Ci conto!
”.

Altro che minuto di astratto e spesso distratto silenzio prima delle partite, questa era roba concreta, vera, umana. Mi sono inorgoglito perché , il “mio” era il primo, il più concreto, il più vero. Una bella persona cui stringere la mano, un minuto di tv di cui andare appunto orgogliosi.

 

Domenica mattina ho letto i giornali di Roma, le loro pagine sportive e anche la pagina dei messaggi dei tifosi su “Il Romanista”. Gran parte di noi, giornalisti e tifosi, ossessionati da “Baptista all’Inter è un affare o una resa?”, oppure dalla “strategia o non strategia della signora Staffoli”, oppure dal lamento e sospetto sugli arbitri… Ho letto e mi sono intristito.

 

Un po’, senza prediche per nessuno, ma è stata tristezza pura la sensazione di averlo visto in tanti quel in tv, ma di averlo davvero sentito e condiviso in pochi. Domenica pomeriggio mi sono divertito. A guardare la Roma tramortire il . Divertito, parola grossa e felicemente nuova o quasi in questo campionato giallorosso.

Divertito a vederla giocare come quasi mai era finora capitato. Divertito perché era un piacere come giocavano e non solo come vincevano. Bravi tutti, dall’allenatore al . Bravi e belli, robusti e in palla. Vucinic concreto come non mai. Taddei in salute muscolare e mentale. Riise cui fa un gran bene la fatica di giocare sempre. Molti diranno non senza ragione che il migliore è stato il più atteso: Toni. Che vuoi di più da un giocatore? Eppure, reso

omaggio a Toni, per la palma del migliore sono indeciso tra altri due. Il primo è “Pirrotta”, quei due che sono stati uno per tre quarti del campo, quel giocatore fantastico, quasi mitologico che è la fusione tra Pizarro e Perrotta. Il secondo è “Juanisso”, la simbiosi tra Juan e Burdisso. Se davanti tutto è andato alla grande è anche e soprattutto perché con “Pirrotta” e “Juanisso” in mezzo e dietro tutto era perfetto.

 

Perfetta come la giornata di campionato. Il risultato che tra qualche mese peseremo come quello più favorevole sul piatto della nostra bilancia credo sia stato quello di Firenze, la battuta dal , tre punti di vantaggio per noi nella corsa con i “viola”. E insieme il risultato che ora e subito ci eccita e ci intriga di più: la battuta dal Chievo. La che andiamo ad incontrare alla prossima, la che sta ora due punti dietro di noi, la che ha paura di se stessa mentre noi cominciamo a piacerci e tanto.

La senza capo nè coda, di cui c’è sempre da temere il veleno. Ma una disperata o quasi nella partita contro di noi. Che volete di più da un calendario e da una classifica? La che gioca nel suo “Olimpico” con la curva chiusa per . Penso a tutti quelli, e sono tanti, sono anzi la maggioranza, che in tanti e diversi modi dicono sostanzialmente la stessa cosa: “quei canti e quei cori non sono razzismo”. Sono altre, discutibili e non piacevoli cose, ma “non sono razzismo”. Penso a loro e mi riviene in mente , un altro , quello dell’ultimo spot televisivo con Ilary. Ilary mostra a Francesco la “key” del collegamento ad internet e il del siparietto familiar-pubblicitario, che finge di nulla sapere del web, capisce “chi” invece di “key”, il suono vocale è lo stesso. “E’ la key…” “Chi?”. Al che Ilary replica e conclude rassegnata: “Sì, ciao…”.

Ecco, a quei tanti, troppi, dici “razzismo”. Loro sentono, ma siccome nulla sanno, capiscono, dicono e ripetono altro. Non c’è che dir loro, come fa Ilary, “Sì, ciao…”. che sabato sera forse, speriamo, torna in campo a giocare. Con Toni, “Pirrotta” e “Juanisso”. O forse con Mexes e Menez. che domenica non ha giocato eppure è stato il migliore. Altri all’Olimpico di Roma e su altri campi sono stati quelli che Sky chiama “l’uomo partita”. Forti e bravi giocatori che hanno vinto la gara dei giudizi meritatamente sul campo piccolo, quello d’erba. , quel in tv, è stato “l’uomo partita” su un altro campo, quello grande.