«Il nostro segreto è la voglia di Roma»

28/01/2010 09:14



Ho sempre detto che il nostro è un grande gruppo formato da uomini veri e da professionisti seri, al quale nel tempo si sono aggiunti tanti colleghi che si sono inseriti alla grande perchè quel­li della vecchia guardia si sono sempre a disposizione dei nuovi. Adesso vedo che tanti salgono sul nostro carro, ma solo qualche mese fa in tanti ci ave­vano scaricato e ci davano per spaccia­ti. Noi siamo stati bravi a restare uniti e ad allenarci con grande serietà.



Nella mia vita sportiva contano solo i fatti e i numeri, non mi piace apparire quando le cose vanno bene, sarebbe troppo facile. Credo che questa rinasci­ta sia dovuta alla compattezza del no­stro gruppo storico, che ci ha sempre fatto ripartire da situazioni negative. Probabilmente il segreto degli ultimi cinque anni è proprio questo, la voglia di Roma e della Roma di noi calciatori. Il profondo senso di appartenenza che ci distingue dagli altri. Non mi piace fa­re esempi, ma faccio una sola eccezio­ne. John Riise è il giocatore del momen­to, eppure quando è arrivato è stato messo in discussione, sembrava quasi che non potesse giocare al calcio. Oggi con la sua professionalità, con il suo at­taccamento alla maglia, si è inserito in questo gruppo e ne è diventato un per­sonaggio incredibile. E’ amato dai tifo­si per l’impegno e la generosità. Ma ba­sta guardare il suo curriculum, i risul­tati conseguiti a livello internazionale, per capire che non è un caso.



Le persone che parlano bene a micro­foni aperti e poi parlano male dietro le quinte non mi sono mai piaciute. Ma or­mai sono stati quasi tutti smascherati. E concordo con quello che ha detto il no­stro presidente, il segreto è la Roma dei romani. Noi che facciamo parte del gruppo storico, insieme alla proprietà, a Bruno Conti e Daniele Pradè, ci abbia­mo sempre messo la faccia nei momen­ti meno belli, sempre in difesa della no­stra Roma, a prescindere da tutte le speculazioni che ruotano intorno alla nostra squadra. Tanti si prendono i me­riti del successo di questo periodo, ma credo che appartengano a chi lavora quotidianamente e nell’ombra, lontano dai palcoscenici, dalle telecamere e dai microfoni.



Domenica affronteremo il Siena, che nonostante l’ultimo posto è una squadra allenata da un allenatore che fa giocare bene le proprie squadre, basti pensare alla partita contro l’Inter a San Siro. Ora che alla guida della società c’è Massimo Mezzaroma, che ricordo con affetto quando era alla Roma e si occupava del settore giovanile, credo che le cose an­dranno meglio. Il nuovo presidente tra­smetterà alla squadra la voglia di far bene nello stadio della sua à. Dovre­mo stare molto attenti per portare a ca­sa il miglior risultato possibile. Pochi giorni dopo affronteremo la semifinale di Coppa Italia con l’Udinese. E poi a Firenze ci attende una sfida decisiva per l’accesso alla , contro una squadra apparentemente in crisi di risultati, guidata da un ottimo allenatore come Cesare Prandelli. Me le insidie sono anche di carattere am­bientale, perchè quando andiamo al Franchi per loro è quasi un derby.



Sabato scorso abbiamo ottenuto una vittoria con il cuore e con la voglia di crederci fino alla fine. Sono le caratte­ristiche che ci ha trasmesso Ranieri, un allenatore che conosce perfettamente il carattere e la passionalità dei nostri ti­fosi perchè lui è tifoso quanto loro. I commentatori televisivi hanno innesca­to una futile polemica riguardo al mio mancato riscaldamento con la squadra e al ritardato ingresso in campo. Sono stati male informati, perchè prima del­la partita ho dovuto sottopormi a una seduta particolare di fisioterapia che poteva essere fatta solo prima della ga­ra per avere il suo effetto e per consen­tirmi di entrare. Di questo erano a cono­scenza il medico, l’allenatore e i diri­genti presenti nello spogliatoio. Quando Ranieri mi ha chiamato ci ho messo un po’ di tempo perchè ero ben coperto per proteggermi dal freddo e non pensavo di entrare subito.



Non capisco perchè debbano dare informazioni distorte a milioni di telespettatori senza informar­si bene sull’accaduto. Non avevo mai segnato a Torino con la , è stata una sensazione unica. Di fronte avevo il mio amico Gigi Buffon, che oltre ad essere un numero sul campo lo è anche nella vita, per l’affetto che provo per lui. Sto recuperando da questo infortunio al gi­nocchio, ma considerato il numero ele­vato di partite bisogna gestire tutte le energie per ottenere i migliori risultati. L’infortunio di Toni complica i nostri piani e tutti noi dovremo metterci più impegno per sopperire a questa assen­za. Ma sono sicuro che riusciremo a ri­trovare Luca nella situazione di classi­fica in cui ci ha lasciato.