Mexes e Menez insieme non accadeva dal derby

26/01/2010 09:40

 

Bastone e carota, si è detto più volte. Con l’allenatore nei panni del padre severo che – di fronte a un ragazzo che stenta a capire quanto sia importante la continuità di rendimento – lo riprende, lo punisce, ma – quando occorre

– sa anche esaltarne le doti e il talento naturali.

 

«Ha dei mezzi incredibili. Bisogna solo saperlo aspettare» disse al suo arrivo a Roma, ricordando gli esempi dei giovani Henry e Vieira. «Se avessi saputo che mi dava questa prestazione, non lo avrei messo in campo» le sue parole dopo la gara di Cagliari. Alti e bassi di un rapporto conflittuale, che, stando solo alle ultime settimane, hanno portato il mister a farlo giocare contro la Triestina in coppa Italia, ma ad escluderlo dai convocati contro il Chievo, per poi metterlo in campo nei secondi finali con il e lasciarlo in panchina a Torino.

 

Per Menez torna oggi la possibilità di mostrare quanto vale e quanto può incidere sulla squadra: quel qualcosa che in due anni s’è visto solo a sprazzi. Un destino, il suo, che in qualche momento - soprattutto all’inizio dell’avventura di Ranieri sulla panchina giallorossa – ha visto accomunargli quello dell’altro francese in squadra, Philippe Mexes, che gli è amico non solo per ovvie ragioni di conterraneità, anche lui al rientro oggi, seppure a causa di un infortunio, quello che lo ha tenuto fermo più di un mese e mezzo (il 6 dicembre, la notte del derby, l’ultima presenza in campo,ndr).

Anche Phil, infatti, nelle prime partite sotto la guida del nuovo tecnico, ha conosciuto la punizione della panchina e l’umiliazione della tribuna. «Voglio che torni ad essere il giocatore da nazionale che è» sosteneva Ranieri

con l’obiettivo di pungolarlo sul piano dell’impegno e delle motivazioni. Facendo ancora una volta leva sull’orgoglio del giocatore e sulla sua voglia di riscatto. Su Mexes i dubbi sono stati fugati quasi subito. Ci ha messo poco, il

difensore a tornare sui livelli che gli conoscevamo, formando con Juan una coppia di centrali tra le più forti in assoluto, oltretutto con Burdisso a fare da alternativa ottimale per entrambi.

 

Ora tocca a Menez dare una risposta definitiva su quali siano le sue potenzialità. La partita di stasera è forse l’ultima prova d’appello. L’augurio è che non la sbagli.