Pazzi per la R­oma!

25/01/2010 09:11



Il charter della Roma ha toccato terra nell’aeroporto della capitale intorno alle due e trenta. All’esterno i tifo­si aspettavano già da parecchio. Attende­vano solo di vederli, toccarli, incitarli, rin­graziarli, festeggiarli. Sull’aereo già si sa­peva che ci sarebbe stata una festa, ma non delle dimensioni che poi è stata. C’era anche Antonello Venditti, accompagnato dalla sua compagna Lulù, sull’aereo della festa. Sabato sera aveva in programma un concerto a Torino, ma Lulù l’aveva spedi­ta lo stesso allo stadio, «perché porta be­ne » . Non è stato zitto un momento, l’auto­re dell’inno più bello al mondo per una squadra di calcio, ha raccontato pure di come avesse trascorso una parte delle va­canze, per caso, con Claudio Ranieri che è andato a casa Venditti a ve­dere la prima di campiona­to contro il , quando il mister della rinascita tut­to pensava meno che da lì a poco avrebbe coronato il so­gno di una vita, allenare la sua Roma.



La gente romanista si era sistemata in modo che i pro­tagonisti dell’impresa di Torino non potes­sero svicolare. Chi dentro il terminal A, voli nazionali, gli altri intorno al pullman giallorosso che stava aspettando da un’ora per portare i giocatori a Trigoria. Cantava­no e festeggiavano. In attesa che quelle porte si aprissero per far uscire Ranieri e i suoi giocatori. E alle due e quaranta è successo. E qui ritorniamo alle facce.



Come quella di Claudio Ranieri, «grazie mister » che sa meglio di chiunque altro cosa sia capace di regalare Roma, eppure ai limiti dello stupore per quello che stava vivendo e vedendo, « gioie così a Torino neppure se lo immaginano, non si rendo­no conto» dice, al fianco di sua moglie, la signora Rosanna, che per la prima volta aveva seguito la squadra ( torni più spesso, signora), felice che basta vederla, « che soddisfazione e che rivincita per mio ma­rito, lui nei giorni preceden­ti ha saputo fingere bene, ma a questa partita ci tene­va tantissimo » .

Come quel­la di Bruno Conti che fa festa con i tifosi e si mette a cantare e ballare. Come quella di Gian Paolo Montali, uno che nella sua carriera di allenatore di pallavolo ha vin­to di tutto e di più, per esempio anche ad Atene dove pure non scherzano con l’entu­siasmo, colpito al cuore da quello che sta­va accadendo al punto che stava quasi per non farcela a salire sul pullman.

Come quella di John Arne Riise, accolto con un coro generale, un trionfo totale per lui, l’uomo che ha fatto gridare diciannove volte gol a Carlo Zampa. Come quella di , un altro dei più gettona­ti, scortato da Tonino Tempestilli. Come quella di , pure lui scorta­to da Carlo Feliziani.

Come quella del di­rettore sportivo Daniele Pradè che già a Torino si era presentato in sala stam­pa con la luce negli occhi, felice come un bambino che sta per scartare i pacchi di babbo Natale. Come, anche, quella di Luca Toni, con tanto di stampelle, « daje Luca, in bocca al lupo » , un’ulteriore conferma, per lui, di aver fat­to bene a scegliere Roma. Come quelle dei tifosi, filmati anche da dentro il pullman romanista, felici di esserci, pronti a scor­tare i giocatori fino a Trigoria dove c’era­no altre centinaia di persone in festa e gaudenti.

Grazie Roma.