Ranieri: "Possiamo fare ancora di più"

10/01/2010 11:37

Dispensa complimenti, il tecnico di San Saba, ai suoi giocatori. A cominciare da Luca Toni. «Si è presentato al pubblico ed è subito nato un feeling. I tifosi amano questo tipo di giocatori che danno tutto per la squadra. Se me l’aspettavo in condizione? Lo speravo. Perché è un ragazzo serio, che si è allenato bene in questi giorni e oggi ci ha dato una grossa mano. Quando puntava e andava in porta..., quando faceva salire Perrotta o Taddei… Un punto di riferimento per tutti».



Ottanta minuti in campo. Una decisione programmata? «No. Magari, in 11 contro 11, avrebbe corso un pochino di meno, mentre così ha dovuto far tutto da solo. Ha anche creato l opportunità per il rigore, anche se poi l’abbiamo sbagliato. A proposito, davvero una gran parata di Sorrentino».

Una classifica che sarebbe potuta esser migliore senza i due punti lasciati a Cagliari. «La vittoria di oggi è dovuta anche alla delusione per quei due minuti di follia. L’unica occasione che abbiamo offerto al Chievo è stata quella in cui si è immolato Doni. L’intervento del ? L’approvo. E’ scivolato, si voleva fermare. Da terra ha alzato la mano e salvato il risultato. Un patatrac che abbiamo commesso in troppi. Cercheremo di non farci più sorprendere».

La scelta di togliere Vucinic e non Toni? «Mirko aveva giocato due giorni fa, Toni no. Gliel’ho anche detto che mi dispiaceva sostituirlo. Ho scelto l’uomo più fresco, magari in grado di dare meno velocità nelle ripartenze, ma di più nel possesso di palla». Torna sullo spirito di squadra, il tecnico. «Non si è mai arresa, ha lottato. E alla fine ha avuto ragione. Perché il lavoro paga sempre. Vedi Simone (Perrotta, ndr), che è uno che si acrifica sempre. E come lui, Rodrigo Taddei. All’inizio vedevo che correva ma non riusciva a dare concretezza. A dicembre è entrato in forma e oggi se ne raccolgono i frutti. Juan? Uno che fa le cose con semplicità e naturalezza… A volte è addirittura superbo».

E ? «Ha un’ematoma alla tibia e il dolore si fa sentire. Nell’intervallo gli ho detto “stringi i denti e quando non ce la fai più, me lo dici”. Con la Triestina non lo rischio. Spero di averlo contro il . Così come Julio Sergio». Ce n’è anche per Menez, lasciato a casa. «Lui è un Van Gogh. Uno che quando ha voglia di giocare, pennella. Ma ci sono anche momenti in cui non devi pennellare ma imbiancare. Spero che capisca. I due punti persi a Cagliari? La colpa è dell’allenatore, non di Menez. Però, adesso, prima di metterlo ci penso, me lo consentirete, no?». Prospettive? «Sono un uomo positivo. Uno che vede il bicchiere mezzo pieno. Il potenziale della Roma non lo scopro certo io. I giocatori andavano solo rigenerati, attraverso l’autostima. utte cose che vengono con i risultati. So che la squadra può dare molto di più e noi abbiamo il dovere di crederci. Ma fare anche molto di più».