Sporca dozzina e strategie

28/01/2010 08:48

Che ti estirpa il cancro. Unico al mondo in questo. Individua il male e ci va giù pesante, chirurgia alla buona, da zone di guerra. Il bambino buttato via con l’acqua sporca. Sceglie la squadra, la “sporca dozzina”, quelli che lo aiuteranno a dire qui a maggio “missione compiuta”, dimentica gli altri. Mettiamo insieme un po’ di indizi e vediamo se fanno una prova: lo stesso Ménez, Cerci, Andreolli, Okaka.

Pensiamo al Motta giubilato in favore del soldato Cassetti, pensiamo al già remoto Guberti o al mai emerso Faty. Tutti “bambini”, appunto, direbbe Mourinho. Non funzionali al pragmatismo feroce di un uomo che vede solo il presente, ignora la prospettiva. Stiamo parlando di giocatori diversi tra loro, talenti veri e presunti, qualcuno irritante, altri certo inadeguati, ma tutti piuttosto bistrattati da Ranieri. Perfetto nel motivare la “sporca dozzina”, a dir poco sommario nel gestire il resto. Il problema è che questo resto potrebbe essere il futuro della Roma. Di una società, cioè, che già “naviga a vista” di suo e che avrebbe un sacrosanto bisogno di visione strategica prima ancora che di un geniale pronto soccorso.

Anche il Titanic quella notte navigava a vista. Ci si fidava dei propri occhi. E la gente festeggiava, mentre l’iceberg era lì e nessuno lo vedeva.