"Totti e Toni provateci"

08/01/2010 08:43

I primi risultati del 2010 confermano che le tre grandi sono ripartite nel modo giusto?

«Inter, Milan e hanno vinto e vedrete che arriveranno sino in fondo. Non so quali distanze ci saranno alla fine tra loro, ma giocano per le posizioni di vertice. Prendete la squadra di Leonardo: deve recuperare una partita e in teoria può avvicinarsi ai nerazzurri, arrivando a meno cinque. Però non scartate , e Roma: possono salire anche loro e insidiare chi sta avanti per i posti ».

Domenica sera, però, c’è -Milan. Un vantaggio per l’Inter, già campione d’inverno, nell’ultimo turno del girone d’andata, tenendo presente che la formazione di Mourinho ospiterà il Siena ultimo in classifica?

«Sapremo meglio chi continuerà a inseguire l’Inter. Comunque il campionato è lungo».

Ferrara, con la vittoria di mercoledì a Parma, è salvo o rischia ancora?

«Deve superare questo momento delicato. Gli mancano diversi giocatori importanti».

A proposito di : anche lei è stato tirato in ballo per alcune scelte di mercato del club bianconero. Perché?

«Non sono io ad aver fatto la squadra. Ma mi hanno chiesto informazioni su due giocatori che conosco bene, Cannavaro e Grosso. E io ho risposto. Sono due titolari della Nazionale. Altre società mi chiamano, è successo anche in queste ore. Non vi dico quali e per quali calciatori. Io sono sempre disponibile...».

Le grandi vincono, ma c’è anche altro nel nostro campionato. Come valuta, in assoluto, il gioco delle squadre di serie A?

«Il migliore viene da formazioni non di prima fascia. Penso a , Parma, Chievo e soprattutto Bari che da neopromossa sta andando alla grande. Alla società pugliese e a Ventura vanno i miei complimenti per il lavoro fatto in questi mesi. C’è organizzazione in campo e fuori. In assoluto il nostro calcio funziona proprio nei club dove ci sono meno stranieri. Ne sono contento io come ed è comunque un fatto positivo per tutto il movimento».

Tra le novità di inizio anno, il debutto di Toni nella Roma. Le fa piacere aver rivisto in campo il “suo” centravanti?

«Sì, sono contento che sia tornato in Italia. E’ importante per lui che ha la possibilità di rimettersi in gioco. Anche perché è fuori da tempo, proprio dalla Confederations Cup quando nemmeno stava bene. Ora può trovare continuità. Ha sei mesi a disposizione e mi fermo qui».

C’è Toni, ma sta ancora fuori . Ora tutti capiscono perché lasciò la Nazionale nel 2006. Fisicamente non avrebbe potuto giocare ogni tre giorni e per questo rinunciò all’azzurro.

«Francesco non ha mai bleffato nella sua vita. Ha sempre mostrato coerenza e trasparenza. Vedrete che si riprenderà anche stavolta, ce l’ha sempre fatta. Ha un grande carattere. Io gli voglio bene come uomo e calciatore. Da quando l’ho conosciuto so bene che persona è».

Non solo . Altri azzurri non stanno bene. Buffon, Cannavaro e Camoranesi, tre titolari. E’ preoccupato?

«No. Ce la faranno a riprendersi, anche Mauro ci riuscirà. E ora è rientrato pure Gattuso. Sono felice per lui. So quanto aveva sofferto negli ultimi mesi. E’ tornato e in un grande Milan».

Gilardino continua a segnare, ma anche Borriello, mai inserito da lei nel gruppo, sta lasciando il segno. In attacco avrà diverse opzioni.

«Io sono soddisfatto per le reti di Gilardino, ma prendo atto anche di quanto sta facendo Borriello. Ultimamente l’ho visto molto bene. Per me è meglio che stiano in forma tanti da qui a fine maggio, che ci siano trenta-trentacinque giocatori convocabili. Poi però ne verranno con me solo ventitré e qualcuno non potrà entrare nella lista. Io seguirò logica ed equilibrio nelle valutazioni».

Restando agli attaccanti che continuano a segnare, dimenticavamo Balotelli. Corre anche l’interista?

«Tutti i ì hanno avuto a che fare con i tormentoni: ormai mi sono abituato anch’io. Non c’è solo lui: Cassano, , Del Piero e altri ne arriveranno...».

Tornando al campionato, è saltato l’undicesimo allenatore in serie A, il suo ex giocatore . Perché, secondo lei, si è dimesso dall’Atalanta?

«Lo conosco bene. Lui dà tutto. E, insieme con il suo staff, ci mette entusiasmo e passione. La contestazione dei tifosi di Bergamo l’ha ferito nel suo orgoglio. E’ andato via perché non è stato apprezzato il suo lavoro».

Pizarro a Cagliari ha giocato la ripresa nonostante fosse stordito per il lancio di un petardo al ritorno in campo dopo l’intervallo. Sorpreso?

«No. Ormai sono frequenti situazioni del genere, vedo grande sportività tra i tesserati. Pizarro, nella circostanza, ha mostrato serietà e fair play. E’ così che si fa. Bravo»