25/01/2010 10:29
Il capitano, in campo dopo più di un mese di assenza, resta il punto di riferimento della Roma terza in classifica. Ancora di più dopo linfortunio a Toni. Contro la Juve, la rete numero 188 per il settimo posto nella classifica dei marcatori di serie A di tutti i tempi. Il ventunesimo gol stagionale (10 in campionato e 11 in Europa League) è anche il primo a Torino contro i bianconeri. Su rigore, contro lamico Buffon: «A Gigi non farei mai il cucchiaio. Lo stimo, con lui cè un rapporto antico. È una forma di rispetto. Aveva capito langolo, da campione. Si era tuffato bene, per questo si è arrabbiato quando la palla è entrata».
La rete di sabato gli fa venire in mente il nuovo obiettivo, il prossimo 7 febbraio: «Mi preparo per la Fiorentina, per sfatare lultimo tabù. Al Franchi non ho mai fatto gol. E lì mi presenterò con una grande Roma. Da Siena è cambiata la nostra stagione, abbiamo modificato la rotta e trovato la giusta continuità anche se abbiamo perso tre gare di fila con il Milan, il Livorno e lUdinese. Ora tutto procede bene. Possiamo salire ancora, stando attenti però alle vertigini da alta classifica».
Lindice destro davanti alla bocca per zittire i tifosi della Juve prima di andare a festeggiare con i suoi. Francesco diventa serio e attacca: «I cori che ho ascoltato a Torino sono stati tra i peggiori che abbia mai sentito. Non capisco perché si lamentano per il mio gesto a fine partita: sono stato insultato per tutta la gara. Già una volta ero entrato nella questione, sottolineando che io non sono diverso da Balotelli. Non conta il colore della pelle, ma quello che ti dicono. Non si chiamerà razzismo, ma il senso è lo stesso. Eppure cè chi non se ne rende conto».
Meglio celebrare la Roma e soprattutto il suo tecnico: «Ranieri è un romano doc, un grande allenatore, un uomo che si fa capire nello spogliatoio. È carismatico, ha idee chiare, sa dove vuole arrivare. E parla la mia stessa lingua, il romanesco. Mi ricorda Mazzone. Sì, proprio Mazzone, magari tecnicamente più evoluto, moderno. Ma con la stessa tigna tipica della nostra gente». Subito dopo la sfida di Torino, la critica sincera alla piazza. «Che vive troppo di alti e bassi. Allinizio della stagione sul carro eravamo da soli e lo spingevamo noi. Adesso è facile salirci...». Con i protagonisti di questo splendido momento: «Juan è tornato ai suoi livelli: impeccabile. Secondo qualcuno non era più da Roma... Pizarro è una garanzia, ha dai piedi vellutati. Il suo lancio per Riise, un capolavoro. E John è una forza della natura, basta guardarlo, gioca a maniche corte a certe temperature...».
A proposito di clima, Totti racconta lingresso a freddo, tra laltro ritardato di cinque minuti dopo luscita di Toni e senza essersi riscaldato nel prepartita, usato per sottoporsi a quaranta minuti di fisioterapia cautelativa. «Quando Ranieri si è girato verso di me ho avuto un brivido e non solo per il gelo della serata. Nella sera del mio ritorno, ho temuto di farmi male. Se fosse successo, avrei dovuto stracciare il contratto. Per la felicità di qualcuno... Tra laltro mi dispiaceva per Luca: la sua assenza si farà sentire. Gli auguro di tornare presto». Prima di lasciare lo stadio, il saluto a Ferrara. «Era tranquillo. Allandata la Juve, vincendo a Roma, determinò laddio di Spalletti, al ritorno il nostro successo potrebbe costare lesonero al tecnico bianconero. Quando si dice il destino...».