09/01/2010 12:14
Fatta eccezione per il periodo di Capello (3-1 al Bari nel 2000 con tripletta di Montella e 1-0 sul Toro nel 2002 con uno slalom di Totti che dribblò sotto la Nord tutta la difesa granata), è impossibile ignorare l1-3 nel derby del 2005 (quello con le offese di Di Canio) o l1-2 subito in casa dal Milan nel 2004 che segnò linizio della rimonta rossonera nei confronti della Roma prima in classifica, o il deludente 2-2 col Piacenza allOlimpico del 1999 o, peggio ancora l1-4 in Coppa Italia nel derby del 1998 (ma lì, oltre la Befana, anche Zeman ci mise del suo). Insomma, con la vecchietta con la scopa il rapporto è sempre stato estremamente difficoltoso.
Ecco perché mercoledì, su un terreno di per sé già tradizionalmente ostico come quello di Cagliari, eravamo in tanti a nutrire timori sullesito della partita. Il campo, però, col passare dei minuti, sembrava volesse smentirci. E stato così fino al 90° quando, in 4 minuti, siamo riusciti a subire 2 reti (neanche il tempo di rimettere al centro il pallone) con tanto di beffa finale per via del pareggio segnato da Daniele Conti che ogni volta che affronta la Roma centuplica la sua carica agonistica. Il tutto nella stessa giornata in cui hanno vinto Inter, Milan, Juventus, Napoli, Fiorentina e mettiamoci pure la Lazio.
Peggio di così proprio non poteva andare, anche perché, contrariamente a quanto sostiene la maggior parte dei comunicatori romani, noi non consideriamo il secondo posto così semplice da ottenersi, alla stregua di una passeggiata di salute, ma prevediamo piuttosto una Roma impegnata fino al termine del campionato in una serratissima volta a tre (con Napoli e Fiorentina) per lultima poltrona utile a rilanciarci nellEuropa che conta. In questa ottica, solo alla fine potremo sa ere con esattezza quanto saranno stati pesanti questi due punti letteralmente gettati al vento.
Di chi le responsabilità? Di tutti, ovviamente: dei giocatori (preoccupanti certi cali di concentrazione), della terna arbitrale (difficile non vedere il fallo di Conti su Cassetti che propizia il gol del 2-1), e in maggior parte del nostro tecnico. Ci sembra legittimo e soprattutto doveroso (per chi fa il nostro mestiere), segnalare quelle scelte che, a nostra personalissima opinione, sono parse sbagliate, così come abbiamo fatto in precedenti situazioni positive, elogiandolo per quanto di buono ha già saputo esprimere per la Roma. Si fa fatica a comprendere ed a condividere la decisione di tenere in panchina Toni (attaccante da area di rigore, e non contropiedista) per la maggior parte della gara, quando la Roma si supponeva dovesse attaccare per cercare i gol del vantaggio, per poi mandarlo in campo a 10 minuti dalla fine quando era il momento di difendersi. Toni è venuto a Roma in prestito per quattro mesi il campionato terminerà il 15 maggio). Ci sembra assurdo non utilizzarlo (almeno un tempo) nel giorno in cui, tra laltro, Totti è infortunato.
Un problema di tenuta fisica? Strano, perché ricordiamo bene le dichiarazioni di Ranieri dopo lamichevole con la Cisco, piacevolmente sorpreso dello stato di forma dellattaccante modenese. E Pizarro? Perché sostituirlo a a 5 minuti dalla fine? Vabbè, meglio voltare pagina. Inutile piangersi addosso quando, per fortuna, si torna subito a giocare. Ora cè un calendario che ci mette nelle condizioni più propizie per recuperare subito il terreno perso. Due gare allOlimpico contro Chievo e Genoa (inframmezzate dalla Coppa Italia contro la Triestina) dove sarà obbligatorio fare bottino pieno e soprattutto far tesoro dellesperienza per non ripetere gli stessi errori. Ma siamo fiduciosi: oggi, invece che una Roma stonata (senza Toni), troveremo una Roma infinitamente più Toni ca.