Baptista, dai fischi all’ovazione

14/02/2010 09:38

« Julio... Baptista! » . Il calcio degli umori alter­nati funziona così e Bapti­sta, Bestia in campo quanto garbato fuori, non dramma­tizza: « Capisco che certe volte faccio bene il mio la­voro e altre volte vado me­no bene. Ma io sono sempre stato tranquillo: cerco di mettermi a disposizione della squadra. Stavolta poi sono proprio contento per il gol e per la vittoria» .



In questa stagione aveva colpito solo in Coppa Italia, su punizione contro la Trie­stina.

In campionato non segnava dal 25 aprile 2009, -Roma 4-1. Potreb­be essere una risorsa preziosa per lo sprint finale: «
Sta girando tutto per il ver­so giusto. Lo dimostra il fatto che contro il Palermo, una squadra che ci ha messo in difficoltà, i gol sono venuti da giocato­ri che di solito stanno in panchina. Qui tutti tutti sono utili. Non solo io, anche Brighi. Ora siamo più vicini all’Inter » .



CINQUANTA E CINQUANTA - La felicità è con­divisa dall’uomo che l’ha portato a Roma, Daniele Pradè: «Mi fa molto piacere che si sia sbloccato. Segnare è sempre saluta­re, soprattutto per un attaccante che prende coraggio, fiducia ed entusiasmo. Credo che il merito di questa rete vada diviso a metà tra Julio e Ranieri» . Perché Ranieri sta spronando Baptista da molte settimane. Anche ieri nell’intervallo gli ha spiegato nei dettagli i compiti che do­veva svolgere. «Quei due - continua Pra­dè - fanno ormai coppia fissa durante gli

allenamenti. Baptista è un’altra vittoria del nostro allenatore» .



LA PADRONA - E quella con il Palermo è un’altra vittoria di Rosella Sensi. Anche contro i contestatori, che non mollano. Al­la fine della partita la presidentessa è sce­sa negli spogliatoi per Complimentarsi con la squadra. « Sono molto contenta -­ concede - i ragazzi hanno giocato bene e hanno por­tato a casa un altro bel ri­sultato » . Era possibile aspettarsi una serie di 20 partite immacolate? « Non lo so. Ma sono sempre stata convinta che la squadra fosse composta da giocato­ri bravi e professionali. So­no felice per i nostri tifosi e anche per la mia famiglia che nei mesi scorsi ha sof­ferto tanto» . Ora si può pen­sare all’Inter? «Ora si deve pensare al Panathinaikos. E poi al Catania. Occupia­moci di una partita per vol­ta » .

Concetto su cui insiste anche Gian Pao­lo Montali, il dirigente-motivatore: «Noi non siamo l’anti Inter. Noi siamo la- Ro­ma (lo scandisce proprio così, ndr). Dob­biamo guardare sia su che giù in classifi­ca. Sono importanti i particolari. Per esempio, abbiamo bene in mente che per finire la stagione davanti alla dovremo fare un punto in più essendo in­dietro negli scontri diretti » .



PARATUTTO
- Insomma, ancora piedi per terra. Magari insuperabili come quelli di Julio Sergio, che con la gamba “d’appog­gio” ha respinto un tiro fantastico di Ca­vani. Si era sull’1-0. « Sono felice di dare una mano alla squadra - dice il ­è stata una parata difficile perché lui ave­va calciato molto forte» .

Il suo contratto è in scadenza, sarà trattato in questi giorni:

« Io penso solo a giocare. Non penso al contratto e nemmeno alla Nazionale bra­siliana: ormai penso sia tardi. Certo, se Dunga dovesse chiamarmi...».