I no della Roma. Restano i big

02/02/2010 09:44



No al San Paolo per il prestito di Ci­cinho, perché il club brasiliano, al di là delle parole, non ha mai messo sul piatto della trat­tativa quel minimo di cash che, giustamente, la Roma voleva per acconsentire al prestito per sei mesi.

No al Psg per Menez, sia al pre­stito che all’acquisto del cartellino del france­se per il quale, secondo l’Equipe, avrebbe of­ferto otto milioni di euro (offerta che peraltro da Trigoria ci dicono non sia mai arrivata e, pure, se fosse arrivata, la risposta sarebbe stata comunque negativa).

No al Manchester di Roberto Mancini che avrebbe gradi­to dare all’emiro un altro difensore di fascia, Motta.

No al Bari per Cerci che non ha firma­to nessun prolungamento contrattuale con il club giallorosso.

E no, pure, come ha ribadi­to ieri Daniele Pradè, per un futuro di lontano dalla maglia giallorossa, «fin­ché ci sarà la famiglia Sensi al comando della società, non si muoverà da Tri­goria » . E, probabilmente, an­zi sicuramente, questo è il no che più fa piacere al popolo romanista. Il bilancio in casa romanista, è comunque ritenuto positivo, il fiore all’occhiello è l’arrivo di Luca Toni, «il nostro mercato merita un voto alto, otto dicia­mo » le parole dette ieri da Pradè, corrobora­to da tutti questi no che hanno lasciato prati­camente inalterata una rosa che negli ultimi tre mesi di campionato ha dimostrato di esse­re competitiva ai massimi livelli.



Insomma, sono tutti rimasti, a parte alcune operazioni in uscita con i giovani o con chi ha bisogno di andare a giocare, come quella for­malizzata ieri con il romeno Pit passato alla Triestina in prestito gratuito sperando che, giocando, il suo cartellino la prossima estate possa garantire un’entrata cash. I no sono ar­rivati per scelta, perché non c’erano le coor­dinate economiche ritenute sufficienti e, pure, perché Claudio Ranieri ( «è meglio avere un giocatore in più che in meno» ) ha dato il suo stop come, per esempio, è accadu­to nel caso di Motta che stava già preparando le valigie per volare a Manchester. Del re­sto la Roma risorta, insieme all’Inter e alla , è l’unica squadra italiana ancora in corsa in tre manifestazioni, campionato, Europa League, coppa Italia, da qui alla fine della stagione ci saranno ancora tante partite da giocare, ci sarà bisogno di tutti per raggiungere gli obiettivi prefissati, il ritorno in , le finali delle coppe, magari sollevarle pure.



Il saldo giallorosso di questo mercato di gennaio è, circa, un meno ottocentomila eu­ro visto che il costo dello stipendio lordo di Luca Toni (tre milioni e centomila) arrivato in prestito gratuito dal Bayern Monaco (gran­de colpo di mercato), sono stati recuperati con il mezzo milione incassato per i prestiti di Guberti e Okaka, a cui si deve aggiungere il risparmio sugli ingaggi degli altri che sono andati via da Trigoria (Esposito, Greco, Pit, Della Penna, Antunes, Berto­lacci, oltre agli stessi Guberti e Okaka).



Infine, spiccioli di mercato: è stato preso dal Bellinzona il giovane Panushanth Kulen­thiran (non chiedeteci la pro­nuncia), classe ‘93, soprattutto extracomuni­tario. Così si chiudere un buco, nel caso a fi­ne stagione la Roma dovesse acquistare un extracomunitario, già sappiamo che gli farà posto. Arrivati per le giovanili anche il cen­trocampista D’Ambrosio dal Tor Tre Teste, diciassette anni, e il Santarpia (’91) rientrato dal prestito al Palestrina.