Napoli, "prove d'orchestra" per il gol

25/02/2010 12:13

Una situazione paradossale: si creano tante occasioni ma non si arriva al gol. La squadra di Mazzarri non segna ormai da 264 minuti (compresi i recuperi), dalla partita di Udine. Un’eternità. L’ultimo a gonfiare la rete è stato Cristian Maggio (5 reti in stagione), ma poco importa che non sia un attaccante (come ha sottolineato Mazzarri) la cosa che conta è andare in rete. Ed è proprio questo che sta mancando. Soprattutto in casa, il negli ultimi tempi sembra abbonato allo 0-0. A fari spenti, gli attaccanti azzurri: Quagliarella (7), Denis (3), Lavezzi (3) e Hamsik (8).

Poca roba. Occorre un'inversione di tendenza, ieri il tecnico toscano, come di consueto, ha fatto esercitare gli attaccanti con tiri in porta e con schemi senza palla. "La porta va mirata non bisogna spaccarla". Insomma, più precisione e meno affanno nel voler fare a tutti i costi gol. Nessuna precipitazione e più tranquillità nei pressi dell’area di rigore. E con la Roma è arrivato il momento di sbloccarsi, anche perché altrimenti sarà dura spuntarla contro una diretta concorrente per la . La squadra di Ranieri è una brutta gatta da pelare, soprattutto nel reparto offensivo: 47 i gol realizzati (secondo attacco della serie A), mentre in difesa è alla stessa quota del (27).

L'anno scorso gli azzurri furono sconfitti da una Roma straripante, una Roma capace di imporsi con un gioco spettacolare. Oggi la Roma è meno spettacolare, ma più cinica. Esattamente come lo erano gli azzurri di pochi mesi fa. Ora è solo questione di tempo e gli attaccanti si sbloccheranno. In attesa del miglior Lavezzi (non ancora al top) e delle magie di Quagliarella (il bomber sembra troppo precipitoso), Denis sta provando a sbloccarsi anche se rispetto agli altri lotta e si sbraccia per creare spazi ai compagni. In affanno anche Hamsik, che dopo aver spinto come un matto nel girone di andata, accusa qualche flessione. Questo sarà il suo anno, quello del Mondiale, il primo per lui, quello della definitiva consacrazione. Ma prima l’Europa con il e magari accarezzare di nuovo il ciuffo che è garanzia di gol: gli azzurri hanno bisogno di tornare a sognare, soprattutto adesso che la strada per l’Europa è ricca di ostacoli.