Progetto di azionariato popolare. Così i tifosi sostengono la Roma

04/02/2010 09:22

Ma andiamo per ordine. Il quotidiano economico ha titolato sulla prima pagina di ieri: «Ora la Roma giallorossa sogna l’azionariato popolare». L’iniziativa è in mano a un pool di avvocati (lo studio Biamonti) e di banchieri (EnVent) e, secondo il Sole 24 Ore, «nel veicolo societario entrerebbero inizialmente come azionisti 83 (come gli anni del club) figure di spicco del mondo imprenditoriale, della politica, fino a personaggi dello spettacolo ed ex giocatori giallorossi: questo sarebbe il nocciolo duro intorno al quale poi catalizzare migliaia di tifosi romanisti. Per ora i nomi degli 83 azionisti che potrebbero far parte del nocciolo duro è top-secret: ma secondo le indiscrezioni potrebbero essere stati contattati, o starebbero per essere sondati su un’eventuale disponibilità, manager come Cesare Romiti, fino a personaggi dello spettacolo come Carlo Verdone e Antonello Venditti e politici come Massimo D’Alema».



Lo studio Biamonti e la EnVent, però, su richiesta della Consob (la Roma è quotata in Borsa; ndr) hanno precisato che «non verrà costituita alcuna società dove azionisti saranno i tifosi. L’intenzione è quella di costituire un’organizzazione senza scopo di lucro, i cui associati saranno gli appassionati-tifosi della Roma». Viene anche smentito «nella maniera più assoluta di aver preso accordi con i personaggi citati».

L’idea dell’associazione è venuta a Walter Campanile, controllore di volo, 33 anni, grande tifoso romanista, che ha lanciato un sito internet (www.azionariatopopolareasroma. e ha spiegato nei dettagli il suo sogno in un lungo e documentato articolo pubblicato da Rivista Romanista. Campanile, ieri, ha rilasciato a Mf-Dow Jones questa dichiarazione: «Al momento siamo in una fase di realizzazione dell’associazione, che verrà presentata a Roma il 22 febbraio, mentre l’assemblea costituente ci sarà il 21 aprile. Il nostro scopo è raccogliere una serie di personalità che, fissando bene i principi e gli scopi dell’associazione, vogliano darsi degli obiettivi comuni». L’obiettivo, nel tempo, è raccogliere in un anno 10.000 iscritti e 20.000 in tre anni. Una cifra impegnativa.

Ma nessuna cordata di vip. Semmai un collegamento con gli altri trust di tifosi europei associati dall’inglese Supporters Direct. La situazione della As Roma è chiara: la famiglia Sensi detiene il 67% delle azioni e non ha intenzione di vendere. Comperare sul mercato azionario il restante 33% avrebbe costi elevatissimi (circa 40 milioni) e non darebbe alcun potere. Discorso diverso è raccogliere un piccolo pacchetto e avere un rappresentante fisso che partecipa alle assemblee non a titolo personale.