20/02/2010 09:45
Da Cagliari, non eravamo abituati ad un epilogo cupo. Al contrario, la Roma di Ranieri sembrava maestra nella rimonta e nel controllo dei finali di partita. Come in un maleficio, il risultato negativo è coinciso con linfortunio del portiere che sta guidando da settimane la cavalcata giallorossa e con il ritorno in campo di Doni, ormai titolare di Coppa Italia. E ingiusto, cattivo, esageratamente scaramantico addossare la responsabilità del risultato al portiere. Eppure, su cento tifosi giallorossi novantacinque hanno pensato proprio questo, quando una vittoria possibile è diventata un 2 a 3. Almeno due dei tre gol, Julio Sergio non li avrebbe presi. Questa è la vox populi, che non concede controprove.
E allora è necessario sollevare il dubbio, che nel calcio qualche volta fa bene. Forse la debacle di Doni è stata psicologica ed allora tenere uno come lui, fisicamente recuperato, troppo in panchina può essere più negativo ancora. Se Doni deve essere amministrato, meglio dargli la sicurezza di essere il titolare di tutte le partite infrasettimanali, di Coppa Italia e Europa League, tenendo fisso Bertagnoli per il campionato. Doni è sempre il secondo portiere del Brasile, dopo quel fenomeno di Julio Cesar. E lorgoglio ha un ruolo enorme per il giocatore brasiliano. Fu la molla che lo spinse a grandi stagioni. Per la partita con il Catania- da vincere per forza- la scelta deve essere chiara. E i tifosi dovranno proteggere in ogni caso chi sarà chiamato a difendere la porta giallorossa. A dire la verità, è quasi una fortuna che la pressione si sposti su altri giocatori, allentando la presa sul capitano che, squalificato, avrà tutto il tempo per tornare al meglio.