BOLOGNA-ROMA: la storia del match

24/03/2010 22:39

La formazione giallorossa non è ben definita, il 4-1-4-1 con Pizarro che gioca davanti alla difesa, Menez e leggermente più avanzati, e Vucinic e Taddei larghi con Toni terminale offensivo lascia spesso intendere continui movimenti che portano il a scendere a fianco del compagno di reparto in fase difensiva. In realtà per tutta la partita i giocatori effettuano cambiamenti nella posizione in campo: la libertà concessa da mister Ranieri a Menez consente al fantasista di scambiarsi spesso di ruolo con Vucinic e con lo stesso Pizarro, quando quest’ultimo tenta di spostarsi più a ridosso delle punte per impostare da vicino la manovra e lui a scendere basso per andare a prendersi il pallone. Il scende in campo con un 4-4-2 dall’inedita coppia offensiva Zalayeta-Gimenez. Gli esterni Modesto e Buscè salgono quanto più spesso gli è concesso, fino a diventare vere e proprie ali in fase offensiva.

E’ però subito la Roma a dettare i tempi: dopo pochissimi secondi Toni gioca di sponda aerea in favore di tagliando fuori i centrali emiliani e favorendo l’inserimento di Menez che a tu per tu con Viviano sbaglia la più nitida delle occasioni, e per tutto il primo tempo la posizione del centravanti giallorosso sarà determinante ne. E’ proprio lui che su assist di Cassetti crea la seconda occasione da gol per la Roma con un colpo di testa a due passi dalla porta, e innesca più tardi Menez, che inquadra la porta senza impensierire il , sferrando un’accesa lotta corpo a corpo con Moras e Portanova che durerà per tutto l’incontro.

In tutte le migliori azioni della Roma c’è il suo tocco e Colomba se ne rende conto: sposta Mudingayi più alto a pressare il cervello del centrocampo giallorosso e ordina pressing a metà campo. Il centrocampista belga ripaga l’allenatore alla grande, la sua prestazione sarà eccellente, si perderà il numero dei contrasti vincenti e delle palle rubate, ed è così che nascono le ripartenze rossoblu, e sull’asse Buscè-Raggi scaturiscono vari tentativi di traversoni, ma mai nessuno veramente pericoloso, la fisicità di Zalayeta è annullata da Mexes-Burdisso e proprio per questo le cose migliori nascono palla a terra quando Gimenez si muove tra le linee.

Sarà il secondo tempo a sbloccare il risultato, un tiro da fuori di viene deviato da Riise e spiazza Viviano. Qui cambia l’inerzia della partita, la Roma si adagia sugli allori e viene fuori il , che con sovrapposizioni e triangoli riesce a far male su entrambe le fasce. Il problema è che nel gioco aereo la Roma ha dominato la partita, concedendo due soli colpi di testa a Moras nel corso di tutti i 90 minuti, e Colomba decide di cambiare tutto il reparto d’attacco mettendo i più rapidi Di Vaio e Adailton per garantire maggiore continuità alla manovra e i risultati non tardano ad arrivare. Il contropiede innestato da Di Vaio che allarga a Buscè, il quale offre a Modesto l’occasione di riportare la parità nel match non viene concretizzato.Ranieri decide allora di togliere lo stanco Menez e l’evanescente Vucinic per sfruttare la rapidità di Cerci e la forza di Baptista. Banale a dirsi ma la mossa non può dargli torto. Saranno loro a siglare la combinazione del definitivo 0-2.

Una Roma buona nel primo tempo che avrebbe meritato il vantaggio, lo raggiunge all’inizio del secondo senza poi legittimarlo, ma francamente il non può recriminare più di tanto: la mancanza di un vero regista davanti alla difesa che metta ordine in mezzo al campo e una sola grande occasione paiono ben poca cosa in confronto al bel calcio offerto dai giallorossi nella prima mezz’ora.